L’Associazione Magistrati della Corte dei Conti ha preso una decisione significativa nel caso del consigliere Marcello Degni, annunciando il suo deferimento al collegio dei probiviri per presunte violazioni del codice di condotta. La mossa è stata motivata dalle esternazioni personali di Degni, le quali, secondo l’associazione, hanno violato l’art. 6 comma 3 del Codice Deontologico. Mentre la Corte dei Conti si prepara ad affrontare questa controversia interna, Marcello Degni resta saldo nelle sue posizioni, rifiutando di ritrattare le sue dichiarazioni e, anzi, le ribadisce con orgoglio.
Nelle sue dichiarazioni, rilasciate tramite il quotidiano La Stampa, Degni spiega che la sua critica non è rivolta al contenuto della manovra, bensì al metodo utilizzato. “Era una critica riferita al metodo non al contenuto della manovra”, sostiene con fermezza. Le sue affermazioni hanno creato un tumulto politico, con il consigliere della Corte dei Conti che ha lasciato un messaggio controverso sul social X (Twitter), definendo l’approvazione della legge di bilancio come un’occasione persa e suggerendo la possibilità di un’ostruzionismo più aggressivo. Il 30 dicembre scorso, Degni ha pubblicato un post su Twitter esprimendo il suo disappunto per l’atteggiamento accomodante dell’opposizione durante l’approvazione della legge di bilancio.
Le sue parole hanno suscitato una reazione negativa, in particolare per il tono provocatorio e le critiche esplicite alla gestione dell’opposizione. Taggando la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, Degni ha sollevato ulteriormente polemiche sulla scena politica. Nel tentativo di difendersi, Degni, nella stessa intervista, ha annunciato di essere al lavoro su una relazione per giustificare le sue azioni. Il consigliere della Corte dei Conti sembra non pentirsi delle sue parole, sottolineando che la sua critica era finalizzata a evidenziare le potenzialità di un’opposizione più incisiva durante le trattative della legge di bilancio. “Più ci penso e più sento di aver fatto la scelta giusta – ha replicato il magistrato -. Ho l’impressione che, se si è scatenato un simile polverone su delle affermazioni che da anni sono discusse in ambito accademico, forse vuol dire che queste affermazioni hanno colpito nel segno”.
Il 30 ottobre, Meloni aveva chiesto ai gruppi parlamentari di maggioranza di non presentare emendamenti al testo della manovra, suscitando disagio e reazioni critiche. Degni ha interpretato questa situazione come un’occasione mancata per un’opposizione più aggressiva, sottolineando l’opportunità di far “sbavare di rabbia” la maggioranza. Il suo desiderio era che l’opposizione avrebbe potuto impiegare tattiche di ostruzionismo per complicare ulteriormente il processo di approvazione, portando potenzialmente all’esercizio provvisorio.
La scelta di Degni di citare il “Manifesto del futurismo” di Marinetti, fatto dal capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti, ha aggiunto un elemento controverso alle sue dichiarazioni. Il riferimento al futurismo, movimento culturale caratterizzato dall’audacia e dall’aggressività, ha ulteriormente accresciuto l’indignazione. Il ruolo di Degni come magistrato della Corte dei Conti, organo incaricato di vigilare sulla legalità degli atti governativi e sulla corretta gestione del bilancio, rende le sue dichiarazioni particolarmente delicate. La sua parzialità è essenziale per mantenere la fiducia nell’istituzione.
Di fronte alle critiche e alle richieste di azioni disciplinari, l’ufficio stampa della Corte ha dichiarato che il Consiglio di Presidenza esaminerà urgentemente la questione. La situazione rimane tesa, con la Corte dei Conti che deve affrontare una sfida interna di rilevanza significativa, con possibili ripercussioni sull’integrità e sulla reputazione dell’istituzione.