Caso Gregoretti, da Giunta primo sì a processo Salvini. Anche al Senato, Lega voterà per processare leader

20 gennaio 2020

Con l’assenza della maggioranza e il voto della Lega la Giunta delle immunita’ di Palazzo Madama ha respinto la proposta di Maurizio Gasparri e ha di fatto accolto la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per la vicenda Gregoretti. L’ultimo colpo di scena sul caso Gregoretti, dopo il forfait dei 12 membri della maggioranza, che non si fanno vedere a Sant’Ivo alla Sapienza, lo firmano proprio i 5 senatori di Salvini in Giunta: Stefani, Pillon, Pellegrini, Augussori e Urraro, che raccolgono l’invito fatto dal loro leader e dicono no alla relazione del presidente, che chiedeva di rispondere picche ai giudici siciliani. Un dietrofront che la Stefani spiega così: “E’ del tutto chiaro che nell’azione dell’ex ministro Salvini sussiste il preminente interesse pubblico e che c’è stata piena collegialità e condivisione dell’azione di governo” ma “la maggioranza si è sottratta alla discussione evitando il confronto nel merito e per non prendersi, quindi, anche la responsabilità di dire a tutti, ad oggi, e quindi prima delle elezioni regionali, di voler processare Salvini”.

Si chiude cosi’ il primo round di un duello tra maggioranza e opposizione durato settimane. Uno scambio di colpi che non ha risparmiato neppure il presidente del Senato. I rappresentanti del Movimento 5 stelle, del Partito democratico, di Italia Viva e del Misto non hanno partecipato alla seduta di oggi ritenendo illegittima la sua convocazione. La relazione di Gasparri e’ stata cosi’ votata dai senatori di Forza Italia e da quello di Fratelli d’Italia. I cinque della Lega – pur apprezzandone le argomentazioni – hanno votato no, condividendo cosi’ l’appello del segretario del Carroccio che anche oggi ha chiesto di essere processato per il presunto sequestro dei 131 migranti bloccati alla fine di luglio a bordo della nave della Guardia costiera ormeggiata davanti alle coste della Sicilia. Per il Regolamento la parita’ di voti equivale a una bocciatura e quindi e’ stata rigettata la proposta di negare la richiesta del Tribunale dei ministri di Catania. Entro la prima meta’ di febbraio la parola passera’ all’Aula, la capigruppo dovra’ stabilire la data precisa ma gia’ si parla del 17 febbraio. E già lo stesso Salvini ha confermato che i senatori della Lega voteranno per l’autorizzazione a procedere per Salvini anche nell’aula del Senato.

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“Si’, sono testone – dice -. Sono curioso, faccio di testa mia e non ascolto i legali” che hanno sconsigliato il processo. “Sono stufo di passare le mie giornate rispondendo su processi e cavilli. Se mi condannano mi condannano, se mi assolvono mi assolvono. Partita chiusa! Erika Stefani della Lega, intanto, riferira’ l’esito dei lavori della Giunta all’Assemblea che si esprimera’ solo se almeno venti senatori presenteranno un ordine del giorno per chiedere di ribaltare la decisione di oggi. Se nessuno chiedera’ un nuovo voto, si intendera’ accolta la votazione della Giunta e Salvini potra’ essere rinviato a giudizio. “Vado in tribunale a testa alta a nome del popolo italiano”, dice il diretto interessato ai suoi sostenitori durante un comizio vicino a Bologna. “Se mi arrestano, devono trovare un carcere bello grande per tenerci dentro tutti”, aggiunge mentre i senatori della Lega a Roma criticano la maggioranza che, sostiene Erika Stefani, non si e’ presa “la responsabilita’ di dire, prima delle Regionali, di voler processare Salvini. Erano gia’ pronti a strumentalizzare un eventuale diniego, ma hanno fatto male i conti. Salvini non ha nulla da nascondere e siamo pronti a smascherare il bluff e andare al ‘vedo'”, afferma ancora.

Per il Partito democratico replica il capogruppo Andrea Marcucci, che torna anche ad attaccare il presidente del Senato per il voto di venerdi’ scorso in Giunta per il Regolamento: “Salvini e la Casellati hanno ottenuto il loro piccolo risultato. Il prezzo pagato e’ quello di scassare le istituzioni e di dividere nuovamente il centrodestra. Il Pd e la maggioranza parlamentare invece sono uniti nel difendere prima di ogni cosa la dignita’ del Parlamento, che e’ piu’ importante dei problemi giudiziari di Salvini”. Anche il Movimento 5 stelle si schiera in difesa del Regolamento. “Quelli che dovevano essere arbitri imparziali, in particolare il presidente della Giunta Gasparri, si sono trasformati in giocatori di una sola squadra, quella del centrodestra”, sottolinea Elvira Evangelista, capogruppo dei 5s in Giunta. “Sarebbe stato inutile entrare alla seduta di oggi, non possiamo consentire che organi cosi’ autorevoli possano partecipare alla campagna elettorale, perche’ e’ questo che vuole Salvini. Ha valicato ogni limite nella mancanza di rispetto delle istituzioni”, ribadisce. Dallo schieramento opposto, infine, Giorgia Meloni, presidente di FdI si dice certa che alla fine “l’Aula del Senato, a febbraio, mandera’ a processo Salvini”.

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