Politica

Caso Gregoretti, Salvini anticipa la mossa: niente alibi, sì al processo

E’ una vera e propria sfida quella di Salvini alla vigilia del voto in Giunta sul ‘caso Gregoretti’. Una partita che si gioca ormai da giorni tra continui tatticismi. La maggioranza minaccia di non partecipare ai lavori? E allora il leader del partito di via Bellerio spariglia le carte, tenta di rovesciare il tavolo: mi votera’ contro la Lega. Il ragionamento e’ soprattutto legato ai numeri. Quelli dell’Aula non sono sufficienti per ‘salvare’ il ‘Capitano’ ed allora tanto vale togliere ogni ‘alibi’ agli avversari politici, anticipare i tempi, fare in modo che l’ok al processo arrivi subito, accusare la maggioranza di non avere coraggio, di ipocrisia, di non voler mettere la faccia sull’accusa di aver sequestrato 130 migranti a bordo di una nave della Guardia costiera. Andare a processo e rinunciare all’immunita’ e’ un atto che gli stessi leghisti ritengono rischioso, ma l’esito finale della partita dell’Aula era in qualche modo scontato.

Cosi’ sara’ possibile usare l’arma dell’attacco giudiziario in campagna elettorale, dire che a processo dovranno andare pure Conte e Di Maio, che dovranno essere coinvolti tutti quelli che a detta di Salvini sapevano delle scelte compiute sul tema dei migranti e che queste erano condivise. Una tesi da tempo respinta dal capo politico M5s e dal premier che non paragonano affatto il ‘caso Gregoretti’ con quello riguardante la nave Diciotti. Ma Salvini punta a coinvolgerli, convinto che con l’ok al processo si apre un precedente pericoloso per la democrazia. “Conte – argomenta il numero due della Lega Giorgetti – quando verra’ chiamato a testimoniare al processo dira’ che non vedeva i tg, che non leggeva i giornali, e non sapeva cosa faceva il suo ministro dell’Interno”. Oggi alle 15,30 si vedranno i capigruppo della maggioranza per decidere il da farsi.

“Salvini e’ veramente un pagliaccio e noi siamo stati bravi a scoprire la sua messinscena”, dice l’Iv Faraone. “E’ in evidente difficolta’”, osserva il pentastellato Perilli. Il Pd invitera’ le altre forze politiche che sostengono Conte a non partecipare ai lavori della Giunta, per non fornire alcun ‘assist’ a Salvini. Il presidente dell’organismo Gasparri ribadira’ la sua posizione sui motivi per cui propone di dire no alla richiesta dell’autorizzazione a procedere. Ma la sua relazione rischia di essere bocciata: Fdi e FI (hanno in tutto cinque componenti) dicono di essere “garantisti” e di voler votare no alla richiesta, ma basteranno i si’ che arriveranno dai cinque senatori della Lega.

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