“L’intercettazione di cui si è parlato l’altra volta(nella audizione del 7 marzo, ndr), su cui sono state dette tante cose, è un’interpretazione che è stata data. Noi abbiamo dato una certa interpretazione, perché da quella frase sembrava ci fosse una certa confidenza” fra Agnelli e Dominello, “ma probabilmente era del pm quella frase. Anzi, da una lettura migliore la attribuisco al pubblico ministero”. E’ quanto ha affermato Giuseppe Pecoraro, procuratore federale Figc, nel corso della audizione in Commissione Antimafia in relazione a una intercettazione (fra D’Angelo e Calvo dell’agosto 2016, ndr). Il procuratore federale Pecoraro, più volte sollecitato su questo punto, è stato protagonista anche di un botta e risposta tra l’ex prefetto e il senatore del Pd Stefano Esposito sul “caso Juventus” e le infilitrazioni della criminalità organizzata nella gestione e nella vendita dei biglietti di ingresso allo Stadium. “Lei ha portato qui una prova regina che però non esiste e che pare essere una interpretazione del piemme o di altri”, ha ribattuto il senatore del partito democratico commentando le parole di Pecoraro.
“Io non faccio la Procura ordinaria – è ritornato alla carica Pecoraro – mi occupo della gestione dei biglietti e c’è una permeabilità in questa gestione e dell’organizzazione sociale Juventus. Una infiltrazione della malavita nella gestione e nella vendita dei biglietti della Juventus; a me questo interessa”. L’esponente del Pd al termine della audizione ha poi definito il presunto dietrofront di Pecoraro un “fatto di una gravità inaudita” perché c’è stata una persona, il presidente della Juventus, che è stato accostato alla ‘ndrangheta sulla scorta di elementi poi negati in Antimafia. Il procuratore federale Pecoraro aveva già controbbattuto alle obiezioni del senatore Esposito in audizione. “Le parole vanno misurate, lei non deve sostenere assolutamente che io abbia affiancato il presidente Agnelli alla ‘Ndrangheta. Altrimenti avrei usurpato i ruoli della giustizia ordinaria”. Sulla questione relativa al deferimento emesso dalla procura Figc all’indirizzo del numero uno della Juventus, Andrea Agnelli, per la gestione dei biglietti e le presunte connessioni con la criminalita’ organizzata, Pecoraro ha poi aggiunto: “Io non posso escludere che Agnelli fosse a conoscenza dell’estrazione di Rocco Dominello. Questo per me è un indizio”. La presidente dell’Antimafia Bindi è intervenuta nel botta e risposta tra Pecoraro ed Esposito. “Abbiamo chiarito un punto. Il procuratore federale ammette – ha affermato Bindi – che in quella telefonata non si sta parlando del presidente Agnelli”. Poi l’affondo: “A noi basta e avanza sapere che le mafie arrivano perfino alla Juventus”.