Cronaca

Caso Regeni, il Cairo comunica risultati autopsia: fratture e ustioni sul corpo del ricercatore

di Giuseppe Novelli

Il cadavere di Giulio Regeni presentava “fratture, abrasioni, ustioni e lividi in più parti del corpo”. E queste ferite sono state presumibilmente causate “da corpi solidi e in alcuni casi strumenti con superfici ruvide”. Questi i dati riferiti ieri dai magistrati della procura generale della Repubblica d’Araba d’Egitto agli inquirenti italiani, nel corso dell’incontro durato oltre due ore e mezza. Il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone ed il pm Sergio Colaiocco hanno chiarito, invece, ai colleghi egiziani il responso dato dagli accertamenti autoptici eseguiti in Italia dal medico legale Vittorio Fineschi. Sul cadavere del giovane ricercatore universitario friulano sono state evidenziate ulteriori fratture grazie alla Tac e agli esami radiologici. Alla luce di questa situazione chi indaga sulla scomparsa e l’uccisione di Giulio ritiene comunque proficua la trasferta lampo al Cairo e l’incontro tra i diversi pubblici ministeri. Anche se si continua ad indagare a 360 gradi e con tempi che paiono lunghi se l’esempio che è stato portato risale all’indagine di un magistrato locale durate oltre un anno. Il fatto che non verrà tralasciata alcuna pista, anche una eventuale che dovesse toccare ambienti legati alle forze dell’ordine, è considerato altro dato positivo. Così come l’incontro tra investigatori delle due nazioni, con da una parte i carabinieri del Ros e dall’altra la polizia del Cairo, che avverrà probabilmente prima di Pasqua.

PIGNATONE Intanto, il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone fa sapere che “il procuratore generale del Cairo ieri ha ribadito l’impegno delle autorità egiziane, che hanno ovviamente il compito e la responsabilità delle indagini, di fare ogni sforzo per accertare i responsabili di un delitto che egli stesso ha definito eccezionalmente grave, complesso, e consumato con efferata ferocia”. Pignatone, infatti, ieri, nella Capitale egiziana, ha incontrato il procuratore generale egiziano Nabil Sadeq che “ha ringraziato magistrati e Polizia italiana e ha affermato la volontà di intensificare la collaborazione reciproca che si concretizzerà nei prossimi giorni con uno scambio ulteriore di atti”. “Da parte nostra, in particolare, – specifica il Procuratore – trasmetteremo la relazione dei medici legali che hanno eseguito l’autopsia in Italia con tecniche molto avanzate, e che potrà essere preziosa per una ricostruzione delle cause e dei tempi della morte di Giulio Regeni”. Pignatone quindi conferma che da parte del Cairo c’è stata la volontà di cancellare ombre sulla figura del giovane ricercatore friulano. “Il procuratore generale ha ribadito che il giovane Regeni era ospite dell’Egitto ormai da molti anni, ed è la migliore conferma che da parte delle autorità egiziane non c’era nessun dubbio e nessuna perplessità sulla sua figura e sul suo impegno”, conclude.

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