Caso Todde: Pd accusa M5S di incompetenza, il rischio di perdere la Sardegna. I dubbi sul silenzio di Conte
Sette i punti contestati alla governatrice dell’isola. Tra questi, spiccano alcune lacune clamorose. “Che figura di m…,” avrebbe commentato uno storico dirigente dem vicino all’area Schlein
Clima rovente nel centrosinistra, con i dem che puntano il dito contro gli alleati del Movimento 5 Stelle per il clamoroso pasticcio in Sardegna. Al centro dello scontro c’è il caso Todde, che ha scatenato l’ira del Nazareno. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, le accuse del Collegio regionale di garanzia elettorale, organo della Corte d’Appello, sono pesanti e inequivocabili: la governatrice è stata dichiarata decaduta, e il caos che ne è derivato sembra frutto di errori ben oltre la semplice inesperienza.
Errori imperdonabili nella gestione della campagna
Sette i punti contestati all’ex sottosegretaria, Alessandra Todde. Tra questi, spiccano alcune lacune clamorose. Non è chiaro, ad esempio, se le spese riportate nei documenti depositati siano attribuibili alla candidata alla presidenza o ai consiglieri del M5S. Inoltre, manca del tutto la figura del mandatario elettorale, obbligatoria in questo tipo di elezioni.
“Che figura di m…,” avrebbe commentato uno storico dirigente dem vicino all’area Schlein, senza nascondere l’imbarazzo per la vicenda. Ma non è finita qui. Tra le irregolarità evidenziate spicca anche l’assenza di un conto corrente dedicato, necessario per garantire la tracciabilità dei fondi raccolti. Altra grave mancanza è l’assenza dell’asseverazione e della sottoscrizione del rendiconto da parte di una figura designata. Nella lista dei movimenti bancari non compaiono i nomi di chi ha erogato i finanziamenti, e non è stato chiarito nemmeno il destino delle somme raccolte tramite Paypal.
Il quadro che emerge è desolante: “Prodotta una lista di 16 donazioni ricevute, ma non è chiaro se le somme siano confluite nel conto corrente Intesa Sanpaolo Montecitorio, in un altro conto o se siano state raccolte con altri metodi”, si legge nel carteggio.
Il silenzio di Conte e l’ira del Pd
A gettare benzina sul fuoco è l’atteggiamento del leader del M5S, Giuseppe Conte. Mentre il centrosinistra rischia di perdere la Sardegna, il presidente del Movimento – stando alle indiscrezioni – si troverebbe a Cortina d’Ampezzo per la consueta settimana bianca. Una scelta che ha sollevato non poche critiche all’interno del campo largo. Secondo alcune voci, diversi dirigenti dem avrebbero trovato “gravemente inopportuno” il comportamento dell’ex premier, colpevole di non aver interrotto le sue vacanze per affrontare una crisi politica di tale portata.
L’immagine di Conte sulle piste da sci stride con quella del leader di un partito che, almeno a parole, si proponeva come il nemico giurato dei privilegi. A peggiorare la situazione ci sarebbe il sospetto che il soggiorno extralusso sia stato pagato da Olivia Paladino, la compagna dell’ex premier, già al centro delle polemiche per i 30 milioni di euro di debiti del suo Plaza hotel.
Un danno d’immagine per tutto il centrosinistra
La vicenda rischia di infliggere un duro colpo alla credibilità del centrosinistra, già in difficoltà per le divisioni interne. Per molti esponenti dem, il caso Todde rappresenta una ferita profonda, capace di incrinare ulteriormente i già fragili rapporti tra Pd e M5S.
Con la Sardegna a rischio, la tensione è alle stelle, e i malumori si fanno sempre più evidenti. Il patto di alleanza tra i due partiti, già messo alla prova da numerosi dissidi, potrebbe uscirne irrimediabilmente compromesso.