Caso-Tutino e crisi di governo, Crocetta pronto ad affrontare il parlamento

IL GIORNO DELLA VERITA‘ Sono in molti a ritenere che dal suo intervento che si annuncia già come il più drammatico della legislatura iniziata nel 2012, dipenderanno le sorti dell’esecutivo siciliano di Andrea Tuttoilmondo

crocetta

di Andrea Tuttoilmondo

E all’Assemblea Regionale Siciliana venne il giorno di Crocetta. Il presidente della Regione Siciliana oggi alle 12 sarà in Aula a Palazzo dei Normanni per riferire sulla bufera che lo ha investito, ovvero la pubblicazione di una presunta intercettazione in cui il suo medico personale, Matteo Tutino, gli avrebbe detto che Lucia Borsellino, ex assessore alla Salute, “va fatta fuori come il padre”, senza sortire nessuna reazione da parte del governatore. Crocetta, dopo essersi ritirato inizialmente nella sua residenza di Tusa, vicino Messina, è tornato a Palermo lunedì per riprendere l’attività di governo, e in questi giorni ha sempre ribadito di non essere mai stato a conoscenza di questa intercettazione, di cui la Procura di Palermo ha tra l’altro smentito l’esistenza.

Il governatore, gridando al complotto politico ha già spiegato che non intende dimettersi, come in molti hanno chiesto, “perché un combattente muore sulle barricate”, ma sono in molti a ritenere che dal suo intervento di oggi in aula, che si annuncia già come il più drammatico della legislatura iniziata nel 2012, dipenderanno le sorti dell’esecutivo siciliano, sempre più minato dal dietrofront di pezzi importanti della giunta. In meno di un mese, infatti, a lasciare la squadra di governo, per l’esser venuto meno la fiducia in quel progetto di “rivoluzione” annunciato da Crocetta, sono stati gli assessori all’Agricoltura Nino Caleca, alla Salute Lucia Borsellino e alla Funzione Pubblica Ettore Leotta. Abbandoni ai quali va aggiunta l’uscita di scena annunciata dall’assessore alle Attività produttive Linda Vancheri, esponente di Confindustria in giunta e per la quale sarebbe già pronto un incarico romano.

Intanto il mistero intorno all’intercettazione diffusa da L’Espresso 7 giorni fa resta sempre fitto. Il legale di Crocetta ha annunciato che chiederà danni per 10 milioni di euro al settimanale, che nonostante le smentite dei magistrati palermitani, continua a ribadire l’esistenza della frase incriminata. Politicamente, il destino di Crocetta al timone della Regione Siciliana appare comunque sempre più incerto. Stretto da un lato dal fronte, sempre più limitato, di quanti sono ancora disposti a rinnovargli la fiducia; e dall’altro da quanti non attendono altro che la sua uscita di scena. In questo scenario s’inserisce anche la posizione degli alleati di governo e del suo stesso partito, alle prese come non mai con un imbarazzo sempre maggiore. L’intervento in Aula di oggi, che da Roma sarà seguito con estremo interesse dopo le dichiarazioni del vicepresidente del Pd Debora Serracchiani, che aveva parlato di “situazione insostenibile”, è stato anticipato ieri pomeriggio da un lunghissimo amaro sfogo di Crocetta.

“Chi mi risarcirà di tutto questo? Chi risarcirà la Regione e il popolo siciliano dell’ennesima ignominia fabbricata da menti perfide interessate solo al malaffare – si chiede il governatore siciliano -? Prendano pure le distanze tutti. Nel dubbio ci si creda e nel dubbio ognuno pensi a salvare le proprie carriere per dire di essere estraneo al `cerchio magico’ di Crocetta e nel frattempo non comprovare di essere nel cerchio magico dei potentati veri, quelli che rubano i soldi dei siciliani. Si continui così, uccidendo secondo per secondo un uomo colpevole di voler tagliare il malaffare. Lo si faccia fino in fondo per ragioni anche ‘nobili’ legate alla ragione di Stato. Oggi la Magistratura continua a smentire tutto e ad affermare che la politica non può utilizzare inesistenti fatti giudiziari per regolare i propri conti. Non ho commesso reati, non sono influenzabile da alcuno, ho denunciato miliardi di malaffare, ho destituito dirigenti inquisiti per corruzione, ne ho persino denunciati diversi, ho abbassato gli stipendi dei dirigenti riportandoli al minimo in Italia e poi il resto verrà spiegato in Assemblea”.