Castiglione: “L’alleanza con l’Udc deve avere un respiro nazionale. Noi in giunta Crocetta? Mancano presupposti e garanzie”

LA VIRATA Il coordinatore in Sicilia del Ncd tuttavia “apre” all’ipotesi di un allargamento della maggioranza che sostiene il governatore dell’Isola

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No a un ingresso nel governo di Rosario Crocetta “perché mancano presupposti e garanzie”, ma sì a un accordo col Pd sulle riforme da fare in Sicilia all’interno di un progetto politico di lungo respiro e dunque con l’avallo delle segreterie nazionali anche in vista delle prossime tornate amministrative. E l’orizzonte di questo “patto istituzionale” potrebbe essere il rinnovo, imminente, delle commissioni parlamentari all’Assemblea siciliana. A tracciare il quadro è il sottosegretario Giuseppe Castiglione, coordinatore in Sicilia del Ncd, fin dall’inizio all’opposizione del governo Crocetta, che è sostenuto da Pd e Udc, oltre che da alcuni partiti miniori come Pdr, Sicilia democratica e Megafono. Il sottosegretario dunque “apre” all’ipotesi, su cui lavorano da settimane gli ex cuperliani del Pd in Sicilia, di un allargamento della maggioranza che sostiene Crocetta al Nuovo centrodestra. I contatti tra il Pd e il partito di Alfano sono continui con buona parte dei deputati regionali del Ncd disponibili al nuovo corso anche se non mancano le resistenze da parte di alcuni dirigenti nazionali: ma la costruzione dell’accordo non è proprio a portata di mano. Il Ncd punta a definire prima l’intesa con l’Udc per la creazione dell’area popolare. Dice Castiglione: “L’alleanza con l’Udc deve avere un respiro nazionale, non possiamo certo creare un partito siciliano, non avrebbe alcun senso”.

E poi ci sono altre variabili, non proprio di poco conto. Se gli ex cuperliani spingono per l’alleanza con Ncd, i renziani a fine mese, con Davide Faraone e Lorenzo Guerini, terranno a battesimo la nuova federazione centrista, tra Sicilia Democratica e Pdr, partito dell’ex ministro Totò Cardinale. Altra variabile, è rappresentata da Crocetta. Il governatore scalpita per assegnare la delega alle Attività produttive, al momento nelle sue mani dopo le dimissioni di Linda Vancheri, all’avvocato Antonio Fiumefreddo. Una designazione che non piace al Pd. Crocetta vorrebbe stringere i tempi e sarebbe disposto pure a un nuovo rimpasto in giunta, formando un governo politico con dentro anche Ncd. Le diplomazie della maggioranza sono al lavoro, ma trovare la quadra non è semplice. “Discutiamo prima sul programma delle riforme e sul metodo – dice Cardinale – se la coalizione o la sua maggioranza deciderà per un governo politico, allora mi chiedo cosa c’entra Fiumefreddo; se si sceglie di formare un governo dei ‘migliori’, allora, nessuna pregiudiziale sui nomi: questo vale per tutti, perché non ci sono soci di maggioranza e di minoranza”. Intanto l’attività all’Assemblea stenta a decollare dopo il rientro dalla pausa estiva. La prima seduta è andata quasi deserta, la prossima, l’8 settembre, prevede all’ordine del giorno interrogazioni e interpellanze.  (Ansa)