Il governo regionale catalano si prepara a dare una risposta all’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione deciso da Madrid e che verrà discusso nel Consiglio dei Ministri straordinario previsto per sabato. Lo scenario previsto da Barcellona è quello di un’applicazione selettiva, ovvero un commissariamento limitato solo ad alcuni settori fondamentali come le finanze – che di fatto sono già state embargate – e il controllo delle forze di polizia. Un tale scenario apre anche un dibattito all’interno del fronte indipendentista: cioè se tutti i funzionari che venissero commissariati debbano abbandonare il proprio posto o debbano comunque rimanere per vigilare lem decisioni assunte dai loro sostituti (probabilmente sottosegretari o alti funzionari dei Ministeri competenti per settore). Una seconda possibilità – che Madrid non ha espressamente scartato e che è quella appoggiata dall’ala dura del Pp e da Ciudadanos – è la sostituzione in blocco del governo regionale: un’eventualità in cui la Generalitat, hanno assicurato da Barcellona, “continuerebbe comunque ad esistere”. Di fatto, non appare però uno scenario molto probabile dal momento che i socialisti hanno condizionato il loro appoggio a un commissariamento “breve, limitato e orientato alle elezioni”.
Il Pp di fatto ha la maggioranza necessaria in Senato per approvare qualsiasi misura decida il governo, ma in una situazione del tutto inedita un commissariamento troppo esteso potrebbe provocare problemi nella sua applicazione effettiva – soprattutto di fronte ad una eventuale disobbedienza civile inevitabile se come risposta al 155 il Parlamento catalano dovesse revocare la sospensione della dichiarazione di indipendenza. Un capitolo a parte meritano le elezioni regionali che dovrebbero essere l’esito naturale del commissariamento: né la Costituzione né lo Statuto di autonomia prevedono che a convocarle possa essere altri che il presidente della Generalitat; secondo diversi costituzionalisti se Carles Puigdemont venisse inabilitato senza delegare un sostituto un successivo ricorso alle urne sarebbe illegale. Un’ultima eventualità, che potrebbe darsi in caso di dichiarazione effettiva di indipendenza, è l’arresto di alcuni membri del governo regionale, in primis Puigdemont: secondo alcune fonti di stampa il presidente della Generalitat avrebbe rafforzato la propria scorta personale, fornitagli dalle forze speciali dei Mossos de Escuadra. Tutto comunque appare rimandato a sabato, quando il governo dovrà presentare la lista degli interventi che verranno discussi in Senato: la relativa seduta dovrebbe però slittare alla fine del mese, dando un ulteriore spazio per un dialogo e una mediazione che al momento Madrid non ha dato alcuna dimostrazione di voler intraprendere.