L’ex presidente del Parlament catalano trascorre la prima notte in carcere. Carme Forcadell, non ha la possibilità di saldare la cauzione di 150 mila euro fissata dal giudice. Forcadell, 58 anni, è stata ascoltata ieri da un giudice della Corte Suprema assieme ad altri cinque parlamentari catalani nell’ambito di un’inchiesta per “sedizione”. Tutti i sei esponenti parlamentari erano membri dell’ufficio di presidenza che ha autorizzato il dibattito sull’indipendenza catalana, approdato poi al voto del testo con cui veniva sancita la nascita della repubblica catalana. Era stata sempre la Forcadell, lo scorso 27 ottobre, a contare una dopo l’altra le schede deposte dai deputati e a proclamare il risultato: 70 voti su 135 per l’indipendenza. Per l’ex presidente del Parlament il giudice Pablo Llarena della Corte suprema ha chiesto il carcere preventivo. Stessa richiesta, per solo tre membri dell’ufficio di presidenza dell’assemblea. Fonti presenti all’interrogatorio hanno riferito all’agenzia Efe che i tre hanno risposto a tutte le domande poste dal magistrato Llarena. Altre fonti vicine alla presidente del parlamento catalano, hanno aggiunto che Forcadell ha sottolineato di avere “sempre permesso il dibattito senza pregiudicare il risultato ne’ controllarne il contenuto, con il fine di preservare il diritto all’attivita’ parlamentare e al libero dibattito”.
Intanto, Carles Puigdemont, il presidente della Generalitat catalana destituito dal premier spagnolo Mariano Rajoy, ha annunciato la creazione di una “struttura stabile” per “coordinare le azioni del Govern” dal Belgio, un governo che considera “legittimo” e che si pone come tabella di marcia la vittoria dell’indipendentismo alle elezioni del 21 dicembre e la liberta’ dei “prigionieri politici”. In una ‘Lettera dal Belgio’ diffusa attraverso vari mezzi di comunicazione, Puigdemont non chiarisce cosa sara’ tale struttura ma sottolinea che dovra’ “denunciare la politicizzazione della giustizia spagnola, l’imparzialita’, la loro volonta’ di perseguire le idee e riaffermare il fermo impegno del popolo catalano per il diritto di autodeterminazione, dialogo e soluzione concordata “. “Vogliamo e vogliamo risolvere le aspirazioni dei cittadini attraverso le urne e per questo consideriamo le elezioni del 21 dicembre come una sfida per recuperare la piena democrazia senza pringionieri, senza vendette, senza furia e piena di futuro, dialogo e accordo”. La lettera e’ firmata, oltreche’ da Puigdemont, anche dagli ex-ministri catalani Toni Comi’n, Meritxell Serret, Clara Ponsati’ e Llui’s Puig, da 10 giorni riparati con lui in Belgio.