Puigdemont in carcere in Germania, rischia fino a 30 anni di carcere. Catalogna in piazza, scontro tra indipendentisti e poliziotti

Puigdemont in carcere in Germania, rischia fino a 30 anni di carcere. Catalogna in piazza, scontro tra indipendentisti e poliziotti
L'ex presidente regionale catalano, Carles Puigdemont
25 marzo 2018

L’ex presidente catalano Carles Puigdemont comparirà domani davanti un giudice in Germania. Arrestato questa mattina nei pressi del confine con la Danimarca, Puigdemont è stato trasferito in una prigione a Neumuenster, nello Stato Schleswig-Holstein. Le autorità tedesche hanno 60 giorni per decidere se estradarlo in Spagna, che ha spiccato un mandato di arresto europeo per “ribellione”, crimine punibile con pene fino a 30 anni di carcere. Il giudice ha accusato in particolare Puigdemont di aver organizzato il referendum di autodeterminazione del 1 ottobre scorso malgrado il divieto di Madrid e “il grave rischio di incidenti violenti”. Venerdì sera manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro la decisione del giudice e ci sono stati scontri con la polizia che hanno fatto 37 feriti. Domani, “l’udienza non avrà altro obiettivo che verificare l’identità della persona arrestata”, si legge in un comunicato diffuso dalla procura tedesca di Schleszig. “Il tribunale regionale dello Schleswig-Holstein a Schleswig dovrà quindi decidere se il signor Puigdemont dovrà rimanere in carcere in vista della consegna” alla Spagna, ha aggiunto la procura. Puigdemont è stato arrestato questa mattina in Germania, vicino al confine con la Danimarca, a seguito del mandato di arresto europeo spiccato dalla Spagna. Il legale afferma che il leader indipendentista catalano stava tornando in Belgio, dove intendeva mettersi a disposizione della locale autorita’ giudiziaria. L’avvocato ha poi aggiunto che la difesa legale in Germania e’ gia’ stata attivata. Puigdemont era stato nei giorni scorsi in Finlandia, dove aveva tenuto una conferenza.

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Jaume Alonso-Cuevillas, avvocato di Carles Puigdemont, ha detto che l’ex presidente catalano era “pienamente consapevole” dei rischi che si assumeva viaggiando attraverso l’Europa per “internazionalizzare il conflitto” in Catalogna, ma ha avvertito che la sua estradizione dalla Germania non e’ “inevitabile”. Parlando prima di volare in Germania, dove stamane e’ stato fermato Puigdemont, Cuevillas ha osservato che “tutti dicono che l’estradizione e’ inevitabile, ma non e’ cosi”. Cuevillas, che non ha ancora parlato con Puigdemont, ha spiegato che una delle chiavi per la difesa di Puigdemont sara’ dimostrare ai giudici tedeschi che l’ex president della Catalogna in Spagna non avrebbe le garanzie di un processo equo. “Sulla carta, il sistema giudiziario spagnolo e’ molto garantista, ma in questo processo (contro i leader del processo di indipendenza unilaterale;ndr) le garanzie non si vedono e dobbiamo mettere in evidenza la politicizzazione del processo”. Ma è proprio il vice presidente del Parlamento tedesco, il liberale Wolfgang Kubicki, a esludere l’ estradizione di Carles Puigdemont se e’ la richiesta fa riferimento al reato di ribellione. “In Germania non conosciamo il reato di ‘ribellione’, a differenza della Spagna”, ha detto. Sulla stessa lunghezza d’onda Die Linke , il principale partito dell’alternativa di sinistra in Germania: “La ribellione non e’ un crimine europeo e non e’ uno dei 32 crimini in base ai quali il mandato di cattura dell’UE richiede un’estradizione. La Spagna e’ l’unico stato nell’UE che ha questo reato pre-democratico. L’accusa e’ ovviamente motivata politicamente”. La sinistra tedesca, invece, ha chiesto la liberazione di Puigdemont.

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La procedura relativa all’ordine di arresto europeo, riattivato venerdì scorso dalla Corte suprema spagnola, prevede che entro 60 giorni, se non intervengono situazioni eccezionali, Berlino decida sulla estradizione. I poliziotti tedeschi hanno fermato Puigdemont poco prima delle 12, mentre viaggiava in direzione di Amburgo. Il leader indipendentista secondo il suo ospite in Finlandia, Mikko Karna, aveva lasciato il paese nordico venerdi’ notte. In seguito la mandato di arresto europeo le autorita’ finlandesi avevano cercato Puigdemont, monitorando i porti e aeroporti del paese. Intanto, migliaia di persone sono scese in piazza a Barcellona dopo l’arresto di Puigdemont. Momenti di tensione tra i manifestanti indipendentisti e gli agenti antisommossa dei Mossos d’Esquadra, si sono registrati dinanzi alla sede del governo a Barcellona. Alcuni manifestanti hanno lanciato uova, lattine, qualche bomba molotov e vernice gialla contro la polizia antisommossa, che cercava di difendere il perimetro di sicurezza. Diverse centinaia di persone chiamate dai sedicenti comitati di difesa della Repubblica (CDR) si sono concentrate dinanzi la delegazione del governo per protestare contro l’arresto in Germania dell’ex presidente catalano. I manifestanti gridano slogan a favore dello sciopero generale e per la liberta’ dei “prigionieri politici”. La polizia ha informato attraverso i social network non e’ consentito avvicinarsi alla delegazione del governo.

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