Politica

Cattolico tradizionalista e conservatore, alla Camera “l’ultras” Fontana

Lorenzo Fontana è stato eletto presidente della Camera con 222 voti. E’ il sedicesimo presidente e il secondo esponente della Lega a ricoprire la terza carica dello Stato, dopo Veronica Pivetti (dal 1994 al ’96 nella XII legislatura). Alla quarta votazione hanno partecipato al voto 392 deputati, nessun astenuto, la maggioranza assoluta richiesta era di 197 voti. Hanno ottenuto voti: Cecilia Guerra 77, Cafiero De Raho 52, Matteo Richetti 22, voti dispersi 23, schede bianche 6, schede nulle 11. Fontana è il secondo presidente della Camera leghista dopo Irene Pivetti nel 1994. Veronese, 42 anni, sposato con una figlia, è militante della Lega fin dall’adolescenza e tifoso dell’Hellas. Laureato in Scienze politiche all’Università di Padova, aggiungerà poi una laurea in Storia e una in Filosofia. La sua carriera politica inizia a livello locale, come consigliere comunale a Verona (sarà anche vicesindaco), poi nel 2009 l’elezione come eurodeputato, per due legislature. Incarico che lascerà nel 2018 in seguito all’elezione alla Camera. Subito vicepresidente di Montecitorio, lo resterà per pochi mesi: fa parte infatti del governo Conte I come ministro per la Famiglia, per poi passare agli Affari europei nel rimpasto del luglio 2019 seguito alle elezioni per l’Europarlamento. Nel partito è prima vice dei Giovani padani, poi dal 2016 vice segretario con Matteo Salvini e responsabile Esteri, carica che ricopre fino ad oggi.

Cattolico tradizionalista, ultraconservatore, da europarlamentare tiene i rapporti con la galassia della destra europea, allaccia i legami con Marine Le Pen, prova a tessere la tela per arrivare al “supergruppo” europeo dei conservatori: riunendo Identità e Democrazia (il gruppo della Lega) e i Conservatori Europei (quello di FdI). Un sogno che naufraga per le divisioni insanabili tra i nazionalisti dell’Est Europa, polacchi in primis, e altri partiti considerati filorussi. È però tra Strasburgo e Bruxelles che si consolida il rapporto con Matteo Salvini. Da lì elogerà il risultato di Russia Unita, il partito di Putin, alle elezioni nella Crimea appena annessa dalla Russia, e poi farà da osservatore nel referendum del 2014. Da sempre contro le sanzioni nei confronti di Mosca, da ministro ne chiederà la sospensione.

Molto controverse anche le posizioni su famiglia e diritti. Da ministro della Famiglia partecipò al Congresso Mondiale delle Famiglie, evento con una piattaforma ultraconservatrice: dal no all’aborto all’opposizione ai diritti alle coppie omosessuali fino alla contestazione della presunta teoria del gender. All’argomento ha dedicato anche un libro, “La culla vuota della civiltà. All’origine della civiltà”, scritto insieme al banchiere Ettore Gotti Tedeschi, già presidente dello Ior e molto vicino a papa Benedetto XVI. Di Fontana sono note anche le posizioni contro ius soli e ius scholae. E la visione dell’immigrazione come fenomeno mirato a cancellare la società europea tradizionale.

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redazione