Giorgia Meloni ha chiesto un incontro a Berlusconi e Salvini per salvaguardare l’unita’ del centrodestra e trovare una via d’uscita al caos Roma. Ma al momento un vertice a tre non e’ in vista. Non ci sono le condizioni per ora, per me la partita e’ chiusa, ha tagliato corto Berlusconi con i suoi. E anche fonti parlamentari della Lega spiegano che e’ difficile che si vedano i leader oggi. Dunque resta tesa la situazione nella coalizione, anche perche’ le dichiarazioni di questi giorni del Cavaliere non sono state gradite dal leader del Carroccio ne’ tantomeno dalla presidente di Fdi. L’ex premier ha deciso di passare al contrattacco, puntando il dito pubblicamente sui “politici di professione” e rilanciando le capacita’ manageriali di Guido Bertolaso. In realta’ Fratelli d’Italia pensava all’ex capo della Protezione civile proprio ad un possibile ruolo di ‘city manager’ in un ticket con la Meloni. Un’ipotesi rispedita al mittente dal candidato e dallo stesso ex presidente del Consiglio. “Vedano loro che cosa vogliono fare”, e’ la posizione di Berlusconi che non ha alcuna intenzione di mollare Bertolaso. La Meloni ha fatto capire che il problema e’ il rapporto proprio tra Berlusconi e Salvini, che la sua candidatura e’ sul tavolo in nome dell’unita’ del centrodestra ma non e’ ancora detto che decida di scendere in campo in prima persona.
Tuttavia, Matteo Salvini non molla: “A Roma, come in qualsiasi altra città, una persona che pensa che gli zingari vadano aiutati e che invece di sgomberare i campi rom vuole risolvere il problema togliendo i cassonetti dalle strade non può essere sostenuto dalla Lega e da Noi con Salvini. Se invece Giorgia Meloni decidesse di candidarsi noi la sosterremo”, continua a ripetere il leader del Carroccio, ribadendo ancora una volta il no alla candidatura di Bertolaso come sindaco di Roma. Intanto le gazebarie del centrodestra, ieri hanno sancito la candidatura a sindaco di Roma di Bertolaso secondo il quale s’è espresso un numero di romani “vicino a 50 mila”. Bertolaso s’è detto soddisfatto del risultato: “I romani hanno gia’ scelto”. Le regole nella gazebarie “non erano ferree”, ha ammesso l’ex capo della Protezione civile, spiegando che “il documento d’identità è stato preso. In molti casi è stato registrato in altri no. Non avevamo imposto una regola ferrea. Erano consultazioni e in molti casi, controllando la carta di identità, chi non era residente a Roma non ha votato”. In altri termini, “non abbiamo nulla da nascondere e nulla da temere”. Infine la botta letale: “Possiamo anche andare avanti senza Matteo Salvini”.