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Berlusconi: “Industriali sudditi di Renzi”

di Daniele Di Mario

Le riforme costituzionali sono pericolose per la democrazia italiana e chi le vota è solo un aspirante suddito di Matteo Renzi. Silvio Berlusconi, ad Aversa torna ad attaccare il presidente del Consiglio e, soprattutto, si scaglia contro il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, apertamente schieratosi a favore del Sì al referendum costituzionale di ottobre. “Io definisco questi signori aspiranti sudditi”, dice il Cav riferendosi agli industriali. Quanto alla riforma costituzionale, il leader di Forza Italia torna a definirla “pericolosa”, aggiungendo: “È un vestito che Renzi si è cucito su misura”. Per fermare il premier e segretario del Pd non c’è che una strada: far vincere il fronte del no in autunno, certo, ma soprattutto vincere le elezioni amministrative, per inviare a Renzi l’avviso di sfratto da palazzo Chigi. E per farlo Berlusconi sciorina il proprio programma, lanciando una proposta per appoggiare il candidato sindaco di Aversa Gianpaolo Dello Vicario: “Militari nelle periferie per renderle più sicure”. Dal cinema Metropolitan della città campana, Silvio ribadisce poi il concetto che il governo attuale “è non solo abusivo e illegittimo, ma contro il popolo perché viola la legge. Non viviamo in una democrazia. Renzi è stato eletto solo sindaco di Firenze con 108mila voti. Io sono stato l’ultimo presidente del Consiglio eletto dal popolo. Poi sono stato condannato con una sentenza che lo stesso relatore ha definito una gran mascalzonata. Per questo non posso candidarmi pur avendo ottenuto in 20 anni più di 200 milioni di voti”.

Ma, pur se incandidabile, Berlusconi vuol comunque continuare a recitare un ruolo da protagonista sul palcoscenico della politica italiana e del centrodestra. Con due obiettivi: “Vincere a Napoli, Roma e Milano è possibile, ma subito dopo le elezioni partiamo con i comitati del no per bloccare il referendum e impedire a Renzi di creare un regime”. Berlusconi, alla fine del suo discorso, durato circa 40 minuti, si intrattiene con decine di persone che si avvicinano per farsi firmare autografi e stringergli la mano. Dopo la manifestazione elettorale ad Aversa, il leader di FI si reca a Caserta, dove pranza in un noto ristorante del centro. E, per far capire quale sia la sua idea di centrodestra dopo le elezioni amministrative, si affida a una metafora gastronomica: “Il centrodestra unito vince, da soli si è irrilevanti. Come la pasta e il sugo: disuniti non hanno senso, insieme funzionano benissimo”. E la coalizione, secondo Berlusconi, è più unita che mai, nonostante in molti Comuni FI da una parte, e Lega e FdI dall’altra vadano divisi, come a Roma, il caso più eclatante con gli azzurri schierati a sostegno di Alfio Marchini contro la leadr di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni sostenuta da Matteo Salvini.

Un caso isolato, secondo il Cav, che anzi rivela: “Siamo già d’accordo sul futuro governo. Ci saranno 20 ministri divisi in tre per Forza Italia, tre alla Lega e due a Fratelli d’Italia. Mentre 12 ministri saranno scelti tra le persone del fare, persone di successo che vengono dal lavoro e dalla professioni”. Berlusconi riconferma l’importanza delle alleanze di centrodestra a livello nazionale: “Per vincere ci basta recuperare 5 milioni di voti da quei 26 milioni di astensionisti che costituiscono il 55% dell’elettorato”. I leader azzurro, poi, parla del programma che comprende la riforma integrale della magistratura con la separazione delle carriere, le pensioni e l’abolizione di Equitalia: “Non ho mai visto un cittadino sedersi davanti a un funzionario Equitalia e uscirne con la convinzione di essersi ritrovato di fronte uno Stato amico”.

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redazione