Cav “regala” platea Giornale a Renzi e Salvini. E vola da Putin

di Barbara Acquaviti

Nessuno si stupisce, ormai. Ma questo non toglie che dentro Forza Italia serpeggi lo scoramento. La scelta di Silvio Berlusconi di prendere un aereo mercoledì e andare a trovare per qualche giorno il suo amico Vladimir Putin in Russia invece di “tenere le truppe” in vista del voto sulle riforme, suscita più di qualche malumore. Rientrato ad Arcore dalla Sardegna, infatti, il Cavaliere ha deciso di non fare capolino a Roma neanche questa settimana. Non sarà oggi a palazzo Madama per la riunione del gruppo né parteciperà il 10 all’incontro con i coordinatori regionali in cui si cercherà di fare il punto sulle candidature in vista delle prossime amministrative. Non solo, dal momento che sabato l’ex premier era atteso in almeno due uscite pubbliche. La mattina ad una iniziativa dedicata all’Europa organizzata da Antonio Tajani a Fiuggi e, soprattutto, nel pomeriggio alla rassegna organizzata in Versilia dal “Giornale”. La stessa dove, il giorno prima e il giorno dopo, sono attesi anche Matteo Salvini e Matteo Renzi. Insomma, nonostante i dieci chili che avrebbe perso, Berlusconi non sembra avere particolarmente fretta di fare la sua rentree pubblica. In questo caso, peraltro, finendo per “regalare” ai due competitor ora in campo il “suo” elettorato, quello che un tempo si sarebbe seduto in prima fila solo per ascoltare lui. Il Cavaliere sembra più preso da altro.

L’amicizia con Putin è nota ma è altrettanto vero che non è passato poi così tanto tempo dall’ultima volta che si sono visti. Era giugno e, dunque, questa è già la seconda volta che l’ex premier vola in Russia da quando è tornato in possesso del suo passaporto. Né la “sensibilità” sui temi di politica internazionale, e il suo pressing per un ritorno al cosiddetto spirito di Pratica di Mare, sembrano spiegare tanta fretta di allontanarsi dai palazzi proprio in questo momento. Appena domenica Berlusconi aveva tuonato contro la riforma del Senato voluta da Renzi parlando di rischio regime, eppure non sembra interessato dall’esito del voto. Il sospetto tra i parlamentari di Forza Italia è che, di fronte al bivio tra schierarsi contro il premier o aiutarlo, Berlusconi abbia semplicemente deciso di non mettere la faccia né sull’una né sull’altra opzione. “Un po’ come fece al tempo del governo Monti, quando eravamo noi a dover difendere la scelta di Forza Italia di appoggiare certi provvedimenti”, dice un parlamentare. Per questo non stupisce se in queste ore si alimentano voci di qualche defezione mirata tra i senatori azzurri al momento del voto sulle riforme. La linea ufficiale resta il no senza se e senza ma, ma nessuno si aspetta sanzioni se ci dovessero essere voti o assenze strategiche.

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