Cav si rivede indispensabile. “Ora no diktat Salvini su Fi”

di Barbara Acquaviti

L’ultima volta che si sono incontrati, a Milano in via Rovani, Silvio Berlusconi lo aveva definito un “ganassa”, uno sbruffone. Che tra lui e Matteo Salvini non ci sia quel feeling dei bei tempi con Umberto Bossi è assodato. E certo il Cavaliere non ama l’atteggiamento sprezzante del segretario della Lega, specialmente quando – come accaduto negli ultimi giorni – è rivolto nei suoi confronti. Ma tocca fare i conti con lui, soprattutto se si vuole sperare di non perdere a tavolino la partita delle Regionali. Specialmente ora che in Veneto si è consumata la scissione e Flavio Tosi ha annunciato di voler correre anche contro il suo ormai ex collega di partito Luca Zaia, rendendo meno scontata la riconferma del governo di centrodestra. Una spaccatura che, evidentemente, va contro quella necessità di unità di cui Silvio Berlusconi non si stanca mai di parlare e che ha ribadito, da ultimo, anche nell’incontro a pranzo avuto giovedì con il presidente del Ppe, Joseph Daul. Il Cavaliere, insomma, considera la scelta del sindaco di Verona “ideologicamente” sbagliata: di scissioni, d’altra parte, ne ha subite abbastanza perché possa considerarle un fatto positivo. “Basta con i personalismi”, aveva ribadito qualche giorno fa parlando delle beghe interne a Fi. Ma poi c’è la real politik e le opportunità che la frattura nel Carroccio potrebbe aprire per gli azzurri. Il problema ora – ragionano ad Arcore – è di Salvini, è lui che così si è indebolito.

PARTITA APERTA Ma questo rende Forza Italia ancora più indispensabile se si vuole vincere in Veneto. Ed eccola l’opportunità: perchè ora – osservano – per il segretario della Lega sparare a pallettoni sarà più complicato. “Si dovrà dare una regolata” è in sintesi la speranza espressa dalle persone più vicine a Berlusconi. Per questo, nonostante le smentite degli articoli apparsi sui quotidiani, strategicamente ora la linea è quella di non dare niente per scontato. “E’ tutto aperto, siamo in un cantiere politico aperto”, spiegano. Difficile, per la verità, che nella pratica questa “ambiguità” possa tradursi in un appoggio a Tosi, insieme al Ncd. Ma è vero anche che dentro Forza Italia non tutti sono tifosi dell’accordo con la Lega: c’è tutta un’area lombarda che fa capo a Maria Stella Gelmini, per esempio, che già stava lavorando per costituire gruppi unici con i centristi di Alfano al Pirellone. La scissione veneta, insomma, consente a Berlusconi – che oggi ad Arcore si è confrontato con una ventina di imprenditori provenienti da tutta Italia – di provare a giocare un ruolo meno di rimessa. “La centralità di Forza Italia e del leader Berlusconi – è l’auspicio del Mattinale – è il fattore necessario perché si raggiunga una federazione stabile, una unità operativa tra tutte le componenti dell’area che si riconosce nei valori e nei bisogni del ceto medio”.

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