Il dipartimento della Protezione civile ha aggiornato il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito il centro Italia: sono 250 i morti accertati. Sale così il numero delle vittime che conta anche 365 feriti in ospedale. Il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato d’emergenza per le aree colpite dal sisma, sbloccando i primi 50 milioni del fondo per le emergenze. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi al termine del consiglio dei Ministri. Inoltre, a seguito della delibera, il ministro dell’Economia Padoan potrà varare il blocco delle tasse per quelle zone: “Si appresta a firmare” il decreto ministeriale, ha spiegato Renzi. Si tratta di “misure iniziali, che sono il primo segno d’attenzione”, ha aggiunto il premier. Dunque, “fare presto e’ una priorita’, sappiamo che passare l’inverno nelle tende in quei territori e’ una cosa molto dura. Vogliamo fare il piu’ veloce possibile ma non siamo in grado di prevedere i tempi a distanza di 36 ore. Non e’ un settore per lanciarsi in sfide e promesse. Occorre il passo del maratoneta”. Renzi ha anche lanciato il progetto ‘Casa Italia’.
“Difficile immaginare che quello che e’ successo potesse essere affrontato solo con una diversa politica edilizia – ha detto il premier – ma l’Italia deve avere una visione che non sia solo emergenziale”. Renzi ha ricordato che “lo hanno detto tutti dopo certi eventi. Ora e’ il momento in cui insieme, l’Italia tutta intera possa provare a fare il salto di qualita’, con un progetto che non sia limitato alla gestione delle emergenze. Sulla gestione dell’emergenza siamo i piu’ bravi al mondo, ma non basta. Dobbiamo avere una visione per la ‘Casa Italia’ che sia capace ad affrontare una cultura sulla prevenzione sismica e le altre filiere”, ha spiegato Renzi. “Il compito per il futuro, una volta che le emozioni profonde lasceranno spazio alle reazioni. Un progetto casa Italia che sia serio e non sia un elenco di parole.
Una operazione in cui chiamare insieme tutti i principali attori del nostro Paese, dalle associazioni di categoria ai sindacati, dal mondo dell’associazionismo fino per ragionare un progetto che sia il piu’ serio e sistematico”. Renzo ha sottolineato che “non ci asciugheremo mai abbastanza le lacrime, ma quando il ricordo tenderà a sbiadirsi dovremo essere in prima linea a sottolineare che la ricostruzione è prioritaria per l’Italia non per Amatrice: è un dovere verso quei luoghi”. Intanto, la terra ha tremato ancora provocando altri crolli nella zona danneggiata di Amatrice: Una nuova scossa di magnitudo 4.3 nel reatino è stata registrata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle 14.36 di giovedi. Fino ad ora, nelle zone colpite dal sisma, sono state registrate 460 scosse. Più di 5.400 invece gli uomini in campo che in questo momento stanno prestando assistenza alla popolazione coinvolta. Nello specifico, sono mille le unità delle forze di polizia, 1.060 i vigili del fuoco, 400 gli appartenenti alle forze armate e più di tremila tra volontari e appartenenti ad associazioni e organizzazioni locali delle tre regioni interessata dal sisma.