C’è foto di gruppo. Ma ancora distanze su programma

C’è foto di gruppo. Ma ancora distanze su programma
10 novembre 2015

di Barbara Acquaviti

La “foto di gruppo” è consegnata ai posteri. La disputa sulla leadership appena cominciata. Il giorno dopo la manifestazione di Bologna, dal centrodestra è tutto un parlare di nuovi inizi, di riscosse anti-Renzi, di ritrovata “unità” che fa rosicare – come dice Renato Brunetta – la sinistra. Al di là delle dichiarazioni di giubilo, però, resta la questione del rapporto tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, tra il nuovo e il vecchio leader. Al punto che la portavoce di Fi, Deborah Bergamini, è costretta a intervenire per smentire i giornali e negare che ci sia stato alcun “passaggio di testimone” tra l’uno e l’altro. “A Bologna – sostiene – si è sancita l’unità del centrodestra e la nascita di un percorso di collaborazione rafforzata per ritornare insieme al governo del Paese”. Ma sul tappeto, non c’è soltanto il tema della leadership e quello dei candidati alle prossime amministrative. C’è anche una questione di punti programmatici che non sempre coincidono. Come si è notato a Bologna anche in alcuni passaggi degli interventi.

IL RAPPORTO CON L’EUROPA. Se Matteo Salvini ha evitato di parlare di uscita dall’euro come invece ha fatto in passato, resta tuttavia la questione della collocazione in Europa. Non soltanto un problema di sigle visto che Forza Italia sta in quello stesso Ppe ora dominato dalla figura di Angela Merkel, costantemente nel mirino dei leghisti. Anche Silvio Berlusconi, in realtà, in passato ha avuto ben noti problemi con la Cancelliera e non vi è dubbio che su molti aspetti (vedi la politica estera e il rapporto con Putin) non sia poi così in sintonia con il popolarismo europeo. Ma poi c’è la realpolitik che lo ha portato, durante il congresso di Madrid, all’incontro del disgelo con la numero uno tedesca.

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ITALICUM. Negli interventi Salvini e il Cavaliere hanno detto due cose molto diverse. L’ex premier, infatti, ha spiegato che bisogna “cambiare questa legge elettorale e queste riforme che mettono il Paese nelle mani di un duce. Questo signore che fa il presidente del Consiglio non eletto dal popolo vuole instaurare un vero e proprio regime”. Il numero uno leghista ha ostentato invece distacco. “La legge elettorale – ha detto Salvini – se la scelga Renzi come vuole, basta che non faccia una legge elettorale in cui ti devi chiamare Matteo Renzi per fare il presidente del consiglio, perché dovrei cambiare cognome. Per il resto si tenga la legge elettorale che vuole, sono convinto che le nostre idee saranno maggioranza in Italia”.

RAPPORTO CON IL M5S. Su questo punto la distonia è stata totale. Berlusconi è arrivato a paragonare certi discorsi di Grillo a quelli di Hitler: “Non dobbiamo consegnare l`Italia – ha detto – a questa banda di balordi”. Al contrario, Matteo Salvini ha ribadito un’apertura per la verità non nuova. Già in passato aveva ammiccato ai pentastellati, ammettendo di aver provato anche a contattare Grillo ma di non essere riuscito ad avere una interlocuzione con lui.

UNIONI CIVILI. E’ un tema sul quale, per la verità, a essere spaccata è proprio Forza Italia tanto che alla fine la linea scelta è stata quella della libertà di coscienza. Ciò che è stato evidente è che il leader leghista ha detto il suo no forte e chiaro mentre Silvio Berlusconi non ha affatto sfiorato il tema. D’altra parte lo stesso ex premier un anno fa si era detto a favore del modello tedesco.

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CAMPI ROM. Più volte in passato il segretario del Carroccio ha spiegato che vanno eliminati con le ruspe, mentre il leader azzurro ha proposto la costruzione di case prefabbricate, come le new town dell’Aquila.

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