Cecilia Sala, una lotta su due fronti. Il governo alla ricerca di una soluzione rapida, lunedì il Copasir
Ribadito l’impegno dell’esecutivo, Meloni vede la mamma della giornalista. L’arresto intanto si intreccia con il caso Abedini, l’ingegnere iraniano catturato a Milano su richiesta Usa
Il destino di Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta in Iran da oltre due settimane, continua a dominare la scena politica italiana, con il governo che intensifica gli sforzi per ottenerne la liberazione. La vicenda ha occupato il centro dell’agenda politica, con un vertice d’urgenza a Palazzo Chigi, al quale hanno preso parte la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il sottosegretario Alfredo Mantovano, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, e alti rappresentanti dell’intelligence italiana. L’obiettivo è chiaro: ottenere il rilascio immediato della reporter e monitorare le sue condizioni di detenzione, affinché vengano rispettati i diritti umani fondamentali. E intanto, ieri la premier Giorgia Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi la mamma della giornalista, Elisabetta Vernoni.
L’audizione al Copasir: un focus sulla sicurezza
Lunedì 6 gennaio, il sottosegretario Mantovano sarà chiamato a riferire al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), in un’audizione che si preannuncia fondamentale per fare chiarezza sulla gestione della situazione. Mantovano, già disponibile a rispondere alle richieste delle opposizioni, avrà l’occasione di aggiornare le istituzioni italiane sulla situazione di Sala, mentre cresce l’attenzione delle forze politiche e istituzionali per una rapida risoluzione del caso.
Le pressioni sull’Iran: il governo determinato
Il governo italiano ha intensificato la sua pressione su Teheran, chiedendo il rilascio di Cecilia Sala in tempi rapidi. Nonostante le promesse iraniane di fornire beni di prima necessità attraverso l’ambasciata italiana, si registrano ancora ritardi significativi nella consegna. L’esecutivo, inoltre, ha richiesto che la reporter possa beneficiare di un trattamento dignitoso, che includa l’accesso a un letto e la possibilità di leggere. Nonostante Cecilia Sala abbia già avuto alcuni contatti telefonici con i suoi familiari, il governo non considera queste misure sufficienti. Il ministro Tajani ha infatti sollecitato una seconda visita consolare, richiamando come esempio positivo il caso di Alessia Piperno, liberata dopo 45 giorni di detenzione in Iran.
Caso Mohammad Abedini: un incrocio di destini
Nel frattempo, il caso di Sala si intreccia con quello di Mohammad Abedini, un ingegnere iraniano arrestato a Milano il 22 dicembre su mandato internazionale degli Stati Uniti, accusato di violazioni delle leggi americane sull’esportazione di componenti elettronici e di aver supportato un’organizzazione terroristica. Attualmente detenuto a Opera, Abedini è oggetto di forti pressioni diplomatiche da parte di Teheran per la sua liberazione.
Antonio Tajani ha chiarito che il caso di Abedini è sotto la giurisdizione della magistratura italiana, che sta valutando la possibilità di concedere gli arresti domiciliari. Il governo, pur sottolineando l’importanza di rispettare le convenzioni internazionali, si trova a gestire una questione altamente delicata che coinvolge sia la giustizia italiana che la diplomazia internazionale.
Le posizioni dell’Iran: rifiuto delle accuse italiane
L’ambasciatore iraniano a Roma, Mohammadreza Sabouri, convocato alla Farnesina, ha ribadito la posizione di Teheran sulla vicenda. In un incontro teso, l’ambasciatore ha chiesto l’immediata liberazione di Abedini, definendo infondate le accuse a suo carico. Sul fronte di Cecilia Sala, Sabouri ha sostenuto che la giornalista avrebbe già ricevuto tutte le “agevolazioni necessarie”, inclusi frequenti contatti telefonici con i familiari, ma l’Italia continua a denunciare il mancato rispetto degli accordi sulla sua detenzione.
Una lotta su due fronti
Il governo italiano, stretto tra la necessità di difendere i diritti umani e la gestione di delicate questioni diplomatiche, continua a mantenere alta l’attenzione sulla vicenda di Cecilia Sala. Da un lato, si fa pressione affinché vengano rispettati i suoi diritti di detenuta, dall’altro si affronta la complessità della vicenda giudiziaria che coinvolge Mohammad Abedini. Con l’obiettivo di riportare a casa la giornalista italiana nel più breve tempo possibile, Palazzo Chigi e il Ministero degli Esteri proseguiranno a lavorare in sinergia, sperando in una rapida risoluzione di entrambi i casi.