Il nuovo Centauro svilupperà una tecnologia in grado di superare questi limiti, grazie a una base robotica dotata di quattro gambe e caratterizzata da un torso simile a quello di un uomo, con due braccia e comandato attraverso attuatori (sistemi che ne permettono il movimento) leggeri e cedevoli, per consentirgli di spostarsi con agilità tanto su terreni sconnessi quanto all’interno di edifici, con la possibilità addirittura di salire o scendere le scale. Per la Scuola Superiore Sant’Anna, il progetto europeo vede il coinvolgimento del gruppo di interazione tra uomo e robot, coordinato proprio da Antonio Frisoli, che si occuperà di realizzare la stazione remota di telepresenza, che trasferirà a distanza il ritorno che il robot percepirà nel suo scenario di azione. La sfida, per la Scuola Superiore Sant’Anna, consiste dunque nel restituire all’operatore le stesse sensazioni “percepite” del robot. Questo permetterà all’operatore di sfruttare in pieno e al meglio tutte le caratteristiche e le potenzialità del robot, per ottimizzare l’intervento. In particolare, due esoscheletri (robot indossabili) sulle braccia dell’operatore forniranno il ritorno di forza su questi arti e restituiranno alle mani le sensazioni tattili. Tali riscontri permetteranno a chi guiderà Centauro di comandare a distanza il robot, per svolgere compiti complessi di manipolazione, come collegare una tubazione o chiudere una valvola di manovra, contribuendo alla risoluzione di situazioni di emergenza. Un sofisticato sistema di controllo per la “teleoperazione” e sistemi di simulazione dello scenario consentiranno al robot di operare in maniera efficiente anche in caso di perdita di comunicazione o di ritardo nella linea.