Centinaia di persone sono state arrestate ad Hong Kong nel primo giorno in cui è entrata in vigore la controversa legge sulla sicurezza imposta dalla Cina. L’occasione per scendere in piazza, nonsotante divieti e paure, è stato l’anniversario della liberazione dal colonialismo britannico. Migliaia di manifestanti hanno sfidato le forze di polizia e la nuova legge sulla sicurezza nazionale, entrata in vigore ieri dopo l’approvazione da parte del Parlamento cinese. Tra gli arrestati, un giovane, fermato per avere mostrato una bandiera per l’indipendenza della città semiautonoma, “in violazione della legge sulla sicurezza nazionale”, ha riferito la polizia in un tweet, precisando che si è trattato del primo arresto dopo l’entrata in vigore della legge. Un altro manifestante, accusato di aver ferito durante le proteste un poliziotto, è stato arrestato a bordo di un aereo con cui avrebbe raggiunto la Gan Bretagna.
Tensione altissima nel quartiere di Causeway Bay, dove si sono concentrati gli attivisti per la democrazia. La polizia, in assetto antisommossa, ha utilizzato cannoni ad acqua e spray al peperoncino per disperdere la folla ed ha annunciato che un agente è rimasto ferito da un “oggetto affilato” durante un tentativo di effettuare un fermo. I manifestanti, a cui era stato chiesto di avitare assembramenti nel rispetto di una norma anti-Covid che vieta la riunione di più di 50 persone in periodo di pandemia, sono accusati di “assemblea illegale, violazione della legge sulla sicurezza, ostruzionismo nei confronti della polizia”. Alcuni degli attivisti fermati devono rispondere anche di “possesso di armi”. La comunità internazionale ha condannato la presa di posizione cinese, dall’Unione europea alla Gran Bretagna, Boris Johnson ha parlato di “grave violazione”, fino agli Stati Uniti dove la preoccupazione è alta.
L’Unione europea deve “adottare una posizione forte” dopo l’approvazione della nuova legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong, ha detto invece il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, nel giorno in cui la Germania assume la presidenza di turno dell’Ue. “Quello che è sta accadendo è estremamente preoccupante perchè riteniamo che l’autonomia di Hong Kong venga erosa in modo graduale – ha detto il ministro all’emittente tedesca ZDF – alla fine i rapporti tra Cina ed Europa ne risentiranno”. “L’Unione europea deve adottare rapidamente una posizione forte su questo”, ha aggiunto, rimarcando che “solo l’Europa nel suo insieme ne ha la forza necessaria”. “Hong Kong da libera era una delle città più stabili, prospere e dinamiche del mondo. Ora sarà solo un’altra città a guida comunista dove le persone saranno soggette ai capricci dell’elite del partito”, ha detto il segretario di Stato americano Mike Pompeo.
Hong Kong è stata restituita alla Cina nel 1997, in virtù di un accordo che avrebbe dovuto tutelare alcune libertà per almeno 50 anni. La Cina “ha promesso 50 anni di libertà al popolo di Hong Kong e ne ha concessi loro solo 23”, ha però commentato il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, che ha minacciato rappresaglie. “Gli Stati Uniti non resteranno fermi mentre la Cina avvolge Hong Kong nella sua stretta autoritaria”, ha detto in un comunicato, deplorando un “giorno triste” per Hong Kong. Dalle dichiarazioni Washington è passata ai fatti: la Camera ha approvato sanzioni contro la Cina, colpendo in particolare le banche che fanno affari con specifici funzionari cinesi.
Ogni anno, in occasione dell’anniversario della fine del colonialismo britannico, gli attivisti di Hong Kong organizzano una manifestazione a cui partecipano decine o centinaia di migliaia di persone. Ma per la prima volta dopo la restituzione della città semiautonoma alla Cina, le autorità quest’anno hanno vietato la marcia, citando un divieto di assembramento per impedire la diffusione del coronavirus. Gli attivisti, però, si sono impegnati a sfidare il divieto e a marciare lo stesso. “Marciamo ogni anno e continueremo a farlo”, ha detto all’agenzia Reuters l’attivista per la democrazia Leung Kwok.