Niente accordo su Palermo e niente vertice dei leader del centrodestra. Prima Fratelli d’Italia annuncia che convergerà su Francesco Lagalla come candidato sindaco nel capoluogo siciliano, e poco dopo Ignazio La Russa fa sapere che il vertice tra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi si terrà in data da destinarsi. La riunione in presenza, auspicata nei giorni scorsi dal segretario della Lega, doveva servire proprio a trovare un accordo sulla Sicilia, tra ricandidatura di Musumeci alla Regione e scelta del candidato sindaco a Palermo. Tutto saltato invece, con FdI che ritira la candidatura di Carolina Varchi per appoggiare l’ex rettore di Palermo e non Francesco Cascio, in campo per Fi e Lega.
Da Fratelli d’Italia la spiegano così: “Se Lega e Fi avessero sbloccato la ricandidatura di Musumeci eravamo pronti a convergere sul nome che preferivano, per il Comune di Palermo: per noi il migliore è Lagalla, ma anche Cascio è persona degnissima, anche se meno conosciuto e meno ‘performante’ nei sondaggi”. E invece, lamentano dal partito di Meloni, “i segnali andavano tutti in direzione opposta… Noi chiedevamo da tempo un vertice, eravamo disposti a farlo anche ieri o oggi, da remoto. Ma ci hanno detto di no”. Un ritardo che per FdI aveva un solo significato: “Non c’era grande voglia di arrivare a intesa. E non potevamo aspettare ancora, non con un candidato già annunciato dagli altri”. Anche perchè nel weekend per FdI “la priorità è l’assemblea programmatica”.
Dunque per FdI ormai il dado su Palermo è tratto: “Ora in campo per noi c’è Lagalla”. E provocano gli alleati: “Se vogliono l’unità, convergano su di lui. Del resto, nei giorni scorsi gli hanno offerto di tutto… Dal fare il loro candidato, a candidarsi alla Regione al posto di Musumeci, fino a un ruolo da ministro nel futuro governo… Se lo stimano cosi tanto, appoggino tutti Lagalla”. Prospettiva in realtà non impossibile: “Intanto FdI ha ritirato il proprio candidato. Lagalla è il candidato dell’Udc, vedremo cosa succede nei prossimi giorni”, dicono da Forza Italia. Quello che gli azzurri continuano ad escludere è che la partita amministrative si sovrapponga a quella delle Regionali: “Sono due piani diversi e che non devono mischiarsi”, ribadiscono.
“Purtroppo il vertice a cui a parole tutti erano disponibili anche oggi non ci sarà e da domani, come era ampiamente noto – dichiara Ignazio La Russa, senatore di Fratelli d`Italia -. La ovvia priorità per Giorgia Meloni e per tutta FdI è l’assemblea programmatica nazionale che si terrà a Milano dal 29 aprile al primo maggio. Ci sarà poi tempo per fissare un incontro tra i vertici del centrodestra sui tanti temi all`ordine del giorno”.
“Il centrodestra ha bisogno di un importante tagliando e qualcuno continua a fingere che non sia così” ha detto il governatore della regione Liguria Giovanni Toti parlando, a margine della presentazione delle liste di Italia al Centro per le prossime amministrative, delle divisioni nel centrodestra sulla ricandidatura del governatore della Regione Siciliana Nello Musumeci. “Per la Sicilia – ha premesso Toti- io credo che il buon senso debba prevalere. Per quanto riguarda la Regione ritengo che un governatore che ha finito il suo mandato di cinque anni bene, come vedo fare in Sicilia, debba essere riconfermato, non si può, per esigenze o addirittura capricci di partito, pensare di sconvolgere equilibri che ci sono nella regione”.
“Per quanto riguarda Palermo – ha proseguito Toti – vedo grande confusione, personalmente credo che il nostro movimento di centro, così come altri centristi hanno già fatto, guardi con simpatia alla candidatura dell’ex rettore Lagalla, che è una persona sicuramente coerente con la nostra area politica, certamente stimata nella regione. Lo decideremo con gli amici siciliani da qua a poco tempo ma la Sicilia mi sembra la fotografia, in tutta franchezza, di un centrodestra che ha bisogno di un importante tagliando e qualcuno continua a far finta che non sia così”.
Per Gianfranco Rotondi, presidente di verde è popolare, “è scontato che nel centrodestra faranno la pace, per necessità.Ma sarà una tregua inutile per loro e per il Paese, che pure in maggioranza vorrebbe votarli. Non serve un armistizio tra le tre fazioni, ma il coraggio di dare all`Italia quel `partito degli italiani` che manca dalla fine della Dc. Serve più coraggio, Berlusconi può persuadere tutti a rischiare”.