Centrodestra, sabato nasce la ‘coalizione trumpista’. Berlusconi il grande assente

GRANDI MANOVRE Referendum sempre piu’ come spartiacque della coalizione. In cantiere assemblea costituente

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L’escamotage dei ‘trumpisti’ del centrodestra per evitare che la coalizione si sfaldi dopo il 4 dicembre e’ la proposta di un’assemblea costituente. Cento ‘costituenti’ per definire programmi e regole, in pratica primarie per scegliere il leader di un partito unico, con liste collegate anche in vista di possibili elezioni anticipate. “Un modo per evitare una frattura con i cosiddetti ‘moderati’ di FI”, spiega uno dei proponenti, “ma noi non possiamo piu’ aspettare. Andiamo avanti, acceleriamo”. L’idea e’ stata rilanciata da Brunetta, ma il progetto e’ in cantiere da tempo e prevede anche una eventuale unione dei gruppi parlamentari. Uno dei passaggi decisivi sara’ proprio quello di sabato, quando a Firenze Salvini salira’ sul palco insieme ad esponenti azzurri come Toti e Santanche’ e alla presidente di Fdi, Meloni.

Il leader del Carroccio si augura che arrivi un messaggio del Cavaliere, ma i berluscones gia’ hanno chiarito che non accetteranno alcuna fuga in avanti “per formare un partitino condannato all’opposizione”. Ovvero FI continuera’ la sua strada secondo la via intrapresa con la delega a Parisi. “Il vento e’ cambiato, ora soffia forte”, e’ lo spirito dell’ala ‘barricadera’ azzurra. Il capogruppo azzurro alla Camera e’ convinto che la vittoria di Trump portera’ nuova linfa al fronte del no. La manifestazione di Firenze era stata pensata per lanciare la volata al no al referendum, ma – viene ora sottolineato – “si trasformera’ nella nascita della ‘coalizione trumpista’”. Ovvero un patto tra Carroccio, Fratelli d’Italia e quella parte di FI che non ritiene possibile assolutamente scendere a patti con Renzi dopo il 4 dicembre o seguire il nuovo corso affidato a Mr Chili.

 Dunque il referendum sempre piu’ come spartiacque del centrodestra, con il cosiddetto ‘partito del nord’, espresso anche dai tre presidenti delle regioni Lombardia, Veneto e Liguria (si incontreranno nuovamente il 25 novembre a Milano), che si candida a governare. L’assemblea costituente – se dovesse materializzarsi – puntera’ su una nuova leadership interna, nessun ‘Papa straniero’, con Salvini che ha gia’ vestito i panni del ‘coach’. “Ai nastri di partenza si presenteranno per FI Toti e Carfagna”, ipotizza un ‘big’ azzurro ma c’e’ chi nella ipotetica rosa ripropone il nome di Del Debbio.

Ma Berlusconi per il momento non avvalora alcun piano, ne’ si preoccupa affatto degli equilibri interni. In una nota ha voluto augurare buon lavoro al nuovo presidente americano. “Sono convinto – ha sottolineato – che il presidente scelto dal popolo americano potra’ garantire con autorevolezza ed equilibrio il difficile ruolo degli Stati Uniti come paese-guida del mondo libero”. L’auspicio, osserva un fedelissimo del Cavaliere, e’ che si ripristino i rapporti con la Russia, “sul resto si vedra’”. “Trump evitera’ guerre, i mercati hanno gia’ assorbito la sua elezione, ma la verita’ – rileva l’ex ministro Tremonti – e’ che per il successore di Obama “l’Europa al massimo potra’ essere la Francia o la Germania, non certo l’Italia. Duro Brunetta: “Renzi – ha detto il capogruppo azzurro – ha schierato Italia – per la Clinton e ha perso, dovrebbe dimettersi”.