Non hanno mai avuto una lunga storia, le alleanze nel centrosinistra immortalate in uno scatto. Coalizioni, vere o presunte, rappresentate da una foto dei loro leader che spruzzano felicità da tutti i pori. E ora, la storia sembra ripetersi con l’immagine che immortale sul parco di Nanni (Terni) tutti uniti, appassionatamente e per la prima volta, il segretario Pd, Nicola Zingaretti, il capo politico 5 stelle Luigi Di Maio, il premier Giuseppe Conte e il ministro di Leu, Roberto Speranza. Una foto che intende sancire la nuova alleanza di centrosinistra in una regione, l’Umbria, che tra quarantott’ore eleggerà il suo nuovo governatore. Una foto, quella dei quattro componenti del Conte 2, che richiama alla memoria quella di Vasto, storico scatto da cui è iniziato il declino del centrosinistra. La “foto di Vasto” ritrae l’immagine di Antonio Di Pietro, Niki Vendola e Pier Luigi Bersani sul palco di palazzo D’Avalos a Vasto, per l’appunto, in provincia di Chieti, durante la festa nazionale dell’Italia dei Valori nel settembre 2011. Un bel ritratto fatto per sancire una solida relazione tra i rispettivi partiti.
Ma così non fu, perché com’è noto, con l’arrivo del governo Monti la foto cominciò a sbiadirsi fino a dissolversi. Infatti, allora il governo dell’attuale senatore a vita fu sostenuto dal PD mentre IdV e SeL passarono all’opposizione (rispettivamente dentro e fuori dal Parlamento), scardinando l’alleanza. Come scordare le aggressioni verbali da parte dell’ex pm Di Pietro nei confronti del governo dei “professori”, dello stesso partito di Bersani e non ultimo, del presidente della Repubblica. E così, strappata la foto, il PD, in nome di una nuova alleanza di governo, strinse un patto con l’UdC di Pieferdinando Casini. Il ritorno alle urne fu nel 2013, quando il centrosinistra fu travolto dallo tsunami M5s. Ecco perché da quel momento, proprio la “foto di Vasto” venne usata come metro di paragone per raccontare gli esperimenti del centrosinistra nati zoppi o comunque dal futuro difficile, se non impossibile.
Lo scatto di Vasto è il più famoso. Perché c’è anche la gigantografia con tredici leader che rappresentò l’Ulivo del 1996; e quella poco più piccola dell’Unione del 2006, che ritrae nove facce sorridenti. Due cartelli elettorali tenuti insieme non si sa a tutt’ora da che cosa, e con i quali per due volte Romano Prodi sì ha vinto le elezioni contro Silvio Berlusconi, ma in entrambi i casi le vittorie portarono al governo una classe dirigente incapace dato che il primo governo Prodi durò 874 giorni e il secondo 617. Non solo. In entrambi i casi, le vittorie del centrosinistra avvennero più che per meriti propri per demeriti degli avversari (nel 1996 il centrodestra prese il 51,3 per cento dei voti, contro il 44,9 per cento del centrosinistra, e Prodi riuscì a vincere le elezioni solo perché Lega e Fi scelsero di correre separate, nonostante il sistema maggioritario suggerisse il contrario; nel 2006 l’Unione di Prodi vinse alla Camera per 25 mila voti, perdendo però al Senato. Così stanno le cose.