Politica

Cesa scuote Forza Italia: “Coraggio e unità per vincere”

Serve un nuovo soggetto politico moderato che assieme alla Lega, si pone, come primo obiettivo, le Regionali di primavera. Da qui, Lorenzo Cesa scuote Forza Italia: “Antonio (Tajani, ndr), è il momento del coraggio”. E così sulla scia del buon risultato di Trento, il segretario dell’Udc incalza gli alleati per ricompattare il centrodestra, perché “uniti si vince”. Il leader centrista è anche convinto che le elezioni Europee “segneranno il confine di questo governo”, con la probabile conseguenza di un ritorno alle urne.

Presidente Cesa, anche alle falde delle Dolomiti, l’Udc non molla.

“Ringrazio gli elettori della provincia di Trento che hanno contribuito al successo del centrodestra. Un ulteriore segno che uniti si vince. Con oltre il due per cento, l’Udc si conferma in Trentino la terza forza della coalizione di centrodestra, disarcionando la sinistra che da anni governava”.

Una bella botta hanno preso pure gli autonomisti, da decenni radicati sul territorio, come lo spiega?

“L’elettorato vuole dei partiti strutturati e come nel nostro caso, ha votato il simbolo. Oggi siamo in mano a persone senza alcune esperienza politica-istituzionale e questo, dopo i primi abbagli, nel tempo si paga. Non ci sono più partiti che hanno un’organizzazione e che siano presenti su tutto il territorio, pronti a dare risposte ai cittadini. Certo, servono nuove regole all’interno degli stessi partiti. Ma da qui bisogna ripartire, con un nuovo contenitore politico e che ha un grande alleato come la Lega”.

Insomma, urge un nuovo partito di centro.

“Assolutamente sì. Ci sono, per esempio, risorse come i sindaci di Frosinone e di Ascoli Piceno che stanno facendo un ottimo lavoro. Ci sono soggetti che guidano interessanti forze civiche che meritano di essere attenzionati. Buone energie ci sono all’interno di Forza Italia e dell’Udc. Dobbiamo mettere insieme tutti quanti, per lanciare quello che chiamano l’Altra Italia. E’ un dovere farlo perché c’è bisogno di un partito di centro responsabile che voglia fare crescere il Paese con poco promesse e tanti fatti. A tal proposito, faccio un appello a Forza Italia. E, in particolare a Tajani, che sta lavorando per un nuovo percorso del partito: ‘Antonio, è il momento del coraggio, di fare una cosa nuova che mette al centro il tema del lavoro, dei giovani, e un richiamo anche alla dottrina della Chiesa’. Sono più che convinto che ci sia un grande spazio politico da recuperare per costruire questo contenitore che assieme alla Lega si possa presentare unito alle Regionali della Sardegna, Basilicata e Abruzzo”.

Carlo Calenda e i suoi “repubblicani” potrebbero essere un interlocutore?

“Non lo so. L’ex ministro Calenda mi sembra che stia abbastanza inserito nel Pd. Però c’è molta gente che nel Partito Democratico sarebbe pronta ad aderire a condizione che nascesse una cosa seria”.

Un po’ di fantapolitica. Sovranisti europei e non solo, vogliono Matteo Salvini ai vertici della Commissione Ue. Se il leader leghista accettasse, pensa che dopo le Europee il governo gialloverde possa intraprendere una precipitosa caduta?

“Io penso che le elezioni Europee segneranno il confine di questo governo Lega-Cinquestelle. Ogni giorno continuano ad emergere tantissime difficoltà. D’altronde sta nelle cose. Mettere insieme due realtà totalmente diverse tra loro è quasi impossibile. E proprio in questi giorni, ne abbiamo avuto maggiore contezza. Se a ciò aggiungiamo che le due forze di maggioranza sono in continua campagna elettorale, vedo difficile che tra loro ci possa essere una convergenza che duri per tutta la legislatura”.

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