Cessate il fuoco in Ucraina: Pechino osserva le tensioni transatlantiche

Wang Yi

Wang Yi

A Pechino, gli occhi sono puntati sulle tensioni emergenti tra Europa e Stati Uniti a proposito della strada da intraprendere per un cessate-il-fuoco in Ucraina. Queste fratture sono emerse con forza durante la Conferenza sulla sicurezza di Monaco, dove Washington ha reso chiara la volontà di muoversi unilateralmente in trattative con Mosca e Kiev, lasciando ai partner europei un ruolo secondario.

L’atteggiamento statunitense non è passato inosservato, soprattutto in un contesto internazionale che richiede sempre più cooperazione e dialogo. La Cina, da sempre attenta osservatrice dei mutamenti geopolitici globali, sta cercando di ritagliarsi un ruolo di mediatore e promotore di stabilità, sfruttando le divisioni tra i due tradizionali alleati occidentali.

L’anniversario e il messaggio diplomatico

Questa mattina, un ulteriore segnale di attenzione è arrivato da Pechino. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, ha ricordato che quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra Cina ed Europa. Un momento simbolicamente importante, che Guo ha utilizzato per lanciare un appello alla cooperazione in un mondo sempre più segnato da instabilità e incertezze. “Attualmente, con l’ascesa del unilateralismo e del protezionismo e con fattori incerti e instabili che si intrecciano, la comunità internazionale desidera la pace e la stabilità più che mai, attende una relazione sino-europea sana e stabile più che in passato e spera, più che mai, che la cooperazione tra Cina ed Europa diventi una forza costruttiva nel trasformare il mondo”.

Questo appello non è casuale, ma si inserisce in un quadro più ampio di interventi strategici da parte della diplomazia cinese. Il ministro degli Esteri Wang Yi, figura chiave della politica estera della Cina, ha partecipato alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco ed effettuato visite ufficiali in Irlanda e Gran Bretagna. Durante questi incontri, Wang ha sottolineato che nessuna soluzione al conflitto ucraino può prescindere dal coinvolgimento diretto dell’Europa. “La crisi ucraina si svolge in territorio europeo, e l’Europa dovrebbe svolgere un ruolo importante nell’affrontare le cause della crisi,” ha dichiarato Wang con fermezza.

Le crepe tra Ue e Usa: un nuovo fronte geopolitico

Le tensioni tra Washington e i partner europei sono state oggetto di analisi approfondite anche sulla stampa cinese. Cui Hongjian, esperto presso l’Istituto di studi avanzati in governo regionale e globale dell’Università di Lingue Straniere di Pechino, ha rilasciato un’intervista alla testata ufficiale ThePaper, nella quale ha sottolineato che le divergenze tra le due sponde dell’Atlantico sono diventate evidenti come mai prima d’ora.

Cui ha osservato che, durante la Conferenza di Monaco, le “contraddizioni” tra Europa e Stati Uniti si sono manifestate in modo lampante. Secondo l’analista, anche se Washington dovesse presentare una cosiddetta proposta di pace, questa difficilmente verrebbe accolta dagli europei. “Anche qualora gli Stati Uniti presentassero una cosiddetta ‘proposta’, agli occhi degli europei non sarebbe affatto accettabile,” ha affermato con decisione Cui.

Il motivo di questa distanza risiede negli obiettivi non allineati tra le due potenze occidentali. Secondo Cui, gli Stati Uniti stanno adottando un approccio pragmatico e utilitaristico, concentrandosi su tre obiettivi principali: fermare il conflitto in Ucraina, idealmente attraverso negoziati; guidare il processo politico di risoluzione, mantenendo il controllo totale delle trattative; massimizzare i benefici per Washington, evitando perdite e assicurandosi vantaggi concreti, come l’accesso alle risorse ucraine e un maggiore impegno europeo.

Tuttavia, Cui sottolinea come questi obiettivi siano lontani dalla realtà sul campo. “Gli Stati Uniti evitano deliberatamente di affrontare le radici del conflitto tra Russia e Ucraina; per loro il cessate-il-fuoco non è una questione di principi, ma semplicemente una transazione, senza considerare gli interessi dell’Europa e dell’Ucraina.”

Cina e il ruolo di mediatore globale

I calcoli strategici di Pechino si intrecciano inevitabilmente con queste dinamiche. La Cina sembra intenzionata a sfruttare le crepe tra Europa e Stati Uniti per rafforzare la propria influenza globale. Il ministro Wang Yi, in particolare, ha insistito sul fatto che l’Europa non può essere esclusa dalle trattative e che, anzi, deve avere un ruolo centrale.

Le parole di Wang trovano eco nelle analisi di Cui Hongjian, che ha utilizzato una metafora eloquente per descrivere la Conferenza di Monaco. Secondo lui, gli europei sembravano aver “invitato i partner a un banchetto,” ma gli Stati Uniti – rappresentati dal vicepresidente JD Vance – hanno improvvisamente “cambiato il menù.” “Il tema principale dell’organizzazione di quest’anno doveva essere la situazione globale di sicurezza e il problema della ‘multipolarità’, per poi focalizzarsi sull’Ucraina e, da lì, estendere il discorso alla sicurezza in Europa e nel mondo. Tuttavia, le conversazioni tra i leader Usa e russi e il discorso di Vance hanno completamente scombussolato l’agenda.”

Il risultato? La conferenza, che avrebbe dovuto rappresentare un punto di dialogo e cooperazione, si è trasformata in un palcoscenico per mettere in scena le divergenze politiche tra Europa e Stati Uniti. Gli argomenti di sicurezza e politica globale sono stati oscurati da un dibattito acceso, che ha evidenziato posizioni sempre più distanti.

Un mondo in cerca di equilibrio

Le divisioni tra Europa e Stati Uniti rappresentano un’opportunità unica per la Cina. Pechino si presenta come attore razionale e costruttivo, capace di promuovere dialogo e stabilità in un contesto geopolitico sempre più frammentato. Il cinquantesimo anniversario delle relazioni sino-europee potrebbe diventare il trampolino di lancio per una cooperazione più stretta tra Cina ed Europa, con l’obiettivo di affrontare insieme le sfide globali.

Tuttavia, resta da vedere se l’Europa riuscirà a ritagliarsi un ruolo autonomo e centrale nelle trattative, o se continuerà a essere relegata a un ruolo marginale in un contesto dominato dalla leadership statunitense. La crisi ucraina, da questo punto di vista, non è solo una tragedia umanitaria, ma anche uno specchio delle profonde trasformazioni in atto nelle relazioni internazionali.