Israele e Libano sono vicini a raggiungere un accordo di cessate il fuoco per porre fine al conflitto con Hezbollah. Un alto funzionario statunitense ha dichiarato ad Axios che “pensiamo di aver raggiunto un accordo” e che il gabinetto israeliano si riunirà per approvarlo martedì. Tuttavia, il funzionario ha avvertito che fino ad allora potrebbero sorgere imprevisti.
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha espresso ottimismo riguardo agli sforzi diplomatici per il Libano, dichiarando che l’Italia è pronta a svolgere un ruolo attivo nella supervisione dell’accordo insieme agli Stati Uniti e ad altri paesi. Tajani ha affermato: “Siamo favorevoli a ogni iniziativa a favore del cessate il fuoco” e ha sottolineato la disponibilità dell’Italia a contribuire.
Tuttavia, ci sono forti critiche da parte dei sindaci delle città israeliane al confine con il Libano, come Metula e Kiryat Shmona. Il sindaco di Metula, David Azoulay, ha descritto l’accordo come un “patto di resa”, mentre il sindaco di Kiryat Shmona, Avichai Stern, ha lamentato la transizione da una posizione di vittoria a una di resa totale. Entrambi i sindaci hanno espresso preoccupazione per la sicurezza delle loro comunità, duramente colpite dagli attacchi di Hezbollah.
Un alto dirigente delle Nazioni Unite ha invitato le parti coinvolte a “accettare un cessate il fuoco”, mentre nuovi attacchi israeliani hanno colpito la periferia meridionale di Beirut. Muhannad Hadi, rappresentante dell’ONU, ha accolto con favore gli sforzi diplomatici in corso e ha esortato le parti a rispettare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza.
Riyad Malki, ministro degli Esteri dell’Autorità Nazionale Palestinese, ha accusato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di essere l’unico ostacolo al cessate il fuoco. Malki ha affermato che Netanyahu non è interessato alla pace e che potrebbe esserci una tregua solo in risposta ai bombardamenti sulle città israeliane. Secondo le informazioni trapelate, l’accordo prevede tre fasi: una tregua iniziale, seguita dal ritiro delle forze di Hezbollah a nord del fiume Litani e dal ritiro completo delle truppe israeliane dal Libano meridionale.
Inoltre, si prevede che un organismo internazionale supervisioni il rispetto del cessate il fuoco. La situazione rimane tesa e complessa. Mentre ci sono segnali di progresso verso un accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, le reazioni locali e le dinamiche politiche interne in Israele potrebbero influenzare significativamente l’esito finale. La prossima riunione del gabinetto israeliano sarà cruciale per determinare i passi successivi in questo delicato processo diplomatico.