Editoriale

Che sorpresa la Jebreal, è una brava presentatrice

L’ultima polemica la scatena a poche ore dalla diretta, scagliandosi contro Giorgia Meloni che, tra gli altri, auspicava un contraddittorio al suo monologo. E così Rula Jebreal mette il colpo in canna: “Meloni vuole che abbia contraddittorio? Ha un problema logico”. Poi, la giornalista palestinese sbotta: “Pensare ad avere un contraddittorio sul palco dell’Ariston sul tema della violenza contro le donne significherebbe quasi volervi portare uno stupratore, o magari uno che ha ucciso una donna, ma chi mai vorrebbe una cosa simile?”. Ci viene difficile pensare che la leader di Fratelli d’Italia avrebbe voluto uno stupratore a Sanremo. Ma come suo stile, la bella 47enne sa conquistarsi le scene o non solo italiane. È stata immortalata sulle pagine dei rotocalchi di mezzo mondo. Una vita sentimentale con importanti partner internazionali: dal regista americano Julian Schnabel con cui ha convolato a nozze, all’ex Pick-Floyd Roger Waters, trent’anni più grande di lei, anch’egli strenuo sostenitore della causa palestinese. E, tra gli altri, il banchiere americano, Arthur Altschul Jr, venti anni più grande e da cui ha poi divorziato. Dunque, riflettori di Sanremo accesi, e via con il monologo.

“In Italia sono state stuprate sei donne in una settimana: è un’emergenza che riguarda tutto il Paese. È giusto occuparsi del coronavirus, ma dell’emergenza femminicidio dovremmo parlare tutti i giorni, non è una questione marginale”. Una partecipazione voluta dal conduttore e direttore artistico Amadeus che ha scommetto sulle “belle donne” e che ha scatenato una valanga di polemiche, non solo di stampo politico. Perché alcune settimane fa, per dirne una, a dar fuoco alle polveri, è bastata una foto apparsa in Rete, risalente al 2010 e che ritrae Jebreal assieme a Harvey Weinstein, il produttore hollywoodiano sotto processo per stupri e violenze con le attrici protagoniste dei suoi film. Un fatto è certo: il suo festival, la giornalista, l’ha già vinto. Obiettivo raggiunto: ribalta e compenso. Già compenso, altra polemica. “Non ho preso 25mila euro – spiega la palestinese -. La Rai non ha ancora pubblicato i compensi. Ma voglio sottolineare che la vera domanda è perché le donne prendono il 25 per cento in meno degli uomini”. E annuncia che donerà metà del cachet concordato per la partecipazione a Sanremo2020 a Nadia Murad, attivista irachena che nel 2014, a 21 anni, fu rapita e stuprata dall’Isis. Palestinese ma anche di nazionalità italiana, Jebreal è nata a Haifa, in Israele.

Suo padre era un imam di Gerusalemme con origini nigeriane; la madre di Jebreal si uccise quando lei era piccola “dopo un’infanzia di violenze tra i 13 e i 18 anni”, ha detto in un’intervista. Jebreal è cresciuta in un collegio di Gerusalemme e negli anni Novanta si trasferì in Italia dove a Bologna, si diplomò in fisioterapia. “Sono davvero felice di essere qui, per parlare di un’emergenza nazionale ma anche internazionale – continua dal palco la giornalista -: mentre ne parlo molte donne in Italia e nel mondo subiscono violenze, vengono messe in prigione per la richiesta del diritto al voto, e c’è una ragazza di 28 anni, Loujain, torturata perché ha chiesto di guidare la macchina”. Ha lavorato a La7. Poi una rapida carriera, raggiungendo la vera notorietà collaborando con Michele Santoro nella trasmissione Annozero. Avrebbe voluto Michelle Obama, al Festival. “Mi sarebbe piaciuto – dice Jebreal – avere un suo contributo, magari non sul palco per ragioni di sicurezza, ma in collegamento satellitare”. Intanto, tenta di conquistare un’altra ribalta: “Incontrerei Matteo Salvini? Certo, è un mio compaesano”.

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