L’ultima religiosa che viveva da sola nel monastero delle Benedettine di Geraci Siculo, nel cuore delle Madonie, è andata via due mesi fa. Con la partenza di suor Anna, ormai avanti negli anni, il convento è stato chiuso. I mobili, i documenti, gli oggetti d’arte e i preziosi ricami custoditi sono stati portati via. L’edificio sarà messo in vendita. Questo è l’orientamento della Curia di Cefalù. Dopo 517 anni si chiude così un’antica pagina di storia. “E con essa si disperde anche anche la memoria del territorio e il patrimonio morale e identitario della comunità” dice il sindaco Bartolo Vienna che per salvare il monastero ha proposto di farlo acquisire al Comune. “Potrebbe diventare un museo”, spiega. E lancia un appello a “tutti i geracesi sparsi per il mondo” perché contribuiscano a restituire il convento a una funzione pubblica e sociale in coerenza con la sua storia. Il sindaco ricorda che le suore hanno rappresentato sempre un riferimento non solo spirituale per il paese. La loro comunità, istituita con una bolla papale nel 1498, è stata anche una scuola di tessitura e un centro di educazione per le ragazze.
Le origini del monastero sono collegate a una congregazione di donne “ritirate” che avevano la loro abitazione presso la prima chiesa madre del paese dedicata a San Giuliano. Nella chiesa che affianca il monastero sono conservati paramenti in oro e argento, alcuni risalenti al XVIII secolo, e varie opere tra cui il reliquiario architettonico di San Giuliano, un’opera di stile gotico risalente al XVI secolo. Dopo la confisca dei beni ecclesiastici nel 1866, il monastero passò nel 1903 al Comune di Geraci Siculo che nel 1908 ne destinò una parte a edificio scolastico e l’altra parte venne messa all’asta. Fu acquistata dalla Curia di Cefalù che ora potrebbe metterla in vendita dopo la partenza dell’ultima suora.