Chiude Sviluppo Italia Sicilia, a rischio oltre 100 milioni per le imprese
QUANDO UN GOVERNO NON GOVERNA L’imprenditore Poiatti: “Le imprese hanno gia’ sostenuto investimenti importanti per garantire occupazione e sviluppo a questa regione”
La grave situazione di Sviluppo Italia Sicilia mette a rischio i finanziamenti messi a disposizione dalla Regione per i bandi “imprese di qualita’” e “imprenditoria giovanile, femminile e nuova costituzione” finanziati dalla Legge regionale 23 del 2008 a valere sui fondi Fesr 2007/2013. Si tratta di imprese che hanno ottenuto le agevolazioni previste dai fondi comunitari, gestiti da Sviluppo Italia Sicilia in qualita’ organismo intermedio, e societa’ in house della Regione, dallo scorso 4 aprile in liquidazione per decisione del socio unico Regione. In particolare, il bando per “imprese di qualita’”, con una dotazione finanziaria di 47 milioni di euro, ha finanziato 53 imprese per progetti di ampliamento e sviluppo imprenditoriale e il bando per “imprese giovanili, femminili e di nuova costituzione”, con una dotazione finanziaria di 54 milioni di euro, ha finanziato 137 imprese. Vi e’ oggi grande preoccupazione tra i beneficiari delle agevolazioni, in quanto la societa’ ha in corso il completamento delle attivita’ di erogazione – 20 imprese attendono ancora il pagamento dei saldi intermedi e l’espletamento delle verifiche finali – da cui dipende l’emissione dei decreti di concessione definitivi e la conseguente erogazione dei saldi finali – per circa 5 milioni di euro. Il personale di Sviluppo Italia Sicilia senza stipendio da 10 mesi e’ da tempo in sciopero.
“Chiediamo alla Regione, ed in particolare all’assessorato Attivita’ produttive, di intervenire per sbloccare la situazione: consentire al personale di riprendere l’attivita’ lavorativa e garantire quindi i pagamenti dovuti”, afferma l’imprenditore Alberto Poiatti, della Alberto Poiatti Spa di Catania, “finora Sviluppo Italia Sicilia ha gestito con grande professionalita’ e competenza le agevolazioni ma la situazione attuale e’ insostenibile; occorre non solo vigilare ma assicurarsi che si concluda l’iter agevolativo senza penalizzare ulteriormente le imprese che hanno gia’ sostenuto investimenti importanti per garantire occupazione e sviluppo a questa regione”. Il rischio ultimo e’ di dover decertificare la spesa comunitaria per le imprese, continuare a bloccare l’accreditamento degli enti di formazione, laddove la soluzione per la societa’ fino a qualche mese fa definita “strategica”, tarda ad arrivare.