Politica

Cia e Israele in Qatar: nuovi sforzi per un cessate il fuoco a Gaza

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha autorizzato l’invio di una delegazione nella capitale del Qatar, Doha, per avviare negoziati cruciali volti a raggiungere un accordo sul rilascio degli ostaggi e a negoziare un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Questa decisione è stata confermata ufficialmente dall’ufficio del premier israeliano, che ha precisato anche l’approvazione del mandato per condurre le negoziazioni. Tuttavia, non sono stati divulgati dettagli specifici sui membri della delegazione.

Alla vigilia si è saputo che il premier non intende transigere su un punto: la liberazione di 33 ostaggi vivi nella prima fase dell’accordo e non 18 e 15 corpi, come riferivano alcune speculazioni. Fonti vicine ai negoziati hanno indicato che i colloqui, che si terranno giovedì – il giorno di Ferragosto – a Doha, vedranno la partecipazione del direttore della CIA, William Burns. Confermati al momento i nomi dei mediatori: i capi del Mossad e dello Shin Bet, David Barnea e Ronen Bar, e il responsabile dei rapiti e dei soldati dispersi dell’Idf Nitzan Alon. E un altro nome, lo stesso che ha già avvelenato precedenti viaggi della squadra: il consigliere politico di Netanyahu, Ofir Fleck.

Tuttavia, la partecipazione di Hamas, il gruppo integralista islamico palestinese, rimane incerta. Mentre alcune fonti indicano che Hamas non prenderà parte direttamente ai colloqui, si prevede che i mediatori si consulteranno con il gruppo successivamente. Sami Abu Zuhri, un alto funzionario di Hamas, ha dichiarato che il movimento non intende partecipare ai nuovi negoziati, accusando Israele di voler sfruttare il processo per imporre nuove condizioni e perpetrare ulteriori violenze.

Nonostante la dichiarazione di Hamas, la comunicazione con il gruppo palestinese attraverso i canali diplomatici di Egitto e Qatar resta aperta, lasciando spazio a possibili sviluppi successivi. Da parte israeliana, Netanyahu ha deciso di inviare ai colloqui figure di rilievo come il capo del Mossad, David Barnea, il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e l’inviato militare Nitzan Alon. La situazione rimane delicata e complessa, con numerosi attori internazionali coinvolti e un clima di incertezza sulla reale possibilità di raggiungere un accordo che porti alla fine delle ostilità e al rilascio degli ostaggi nella Striscia di Gaza.

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