L’élite in Russia sta mettendo sempre più in discussione la leadership del presidente Vladimir Putin, secondo il direttore della Cia William Burns. I dubbi sono aumentati drasticamente dopo la rivolta di breve durata in cui il gruppo di mercenari dei gruppi Wagner ha marciato su Mosca il mese scorso, ha osservato Burns partecipando all’Aspen Security Forum negli Stati Uniti questa settimana, secondo Politico.
Cia capitalizza l’insoddisfazione
La Cia sta ora cercando di capitalizzare la crescente insoddisfazione nei confronti di Putin e un filmato è stato visto ben 2,5 milioni di volte nella prima settimana, il che secondo Burns dimostra che l’insoddisfazione per Putin sta crescendo in Russia. “Questo solleva alcune domande più profonde sul giudizio di Putin, sul suo relativo distacco dagli eventi e persino sulla sua indecisione”, ha detto Burns secondo Politico. La ribellione del gruppo Wagner “ha rivelato alcune delle debolezze significative in un sistema che Putin ha costruito”, ritiene il capo della Cia, che conosce bene il Paese dopo un periodo come ambasciatore Usa a Mosca.
Il video dell’intelligence Usa
Queste debolezze sono state messe in luce anche dall’errore di valutazione di Putin da quando ha lanciato l’invasione dell’Ucraina, ha detto Burns secondo il giornale. La Cia ha creato a maggio uno speciale canale Telegram sul quale ha pubblicato un video in russo per i delusi dal corso intrapreso dalla Russia e che si rivolge chiaramente a chi lavora per lo stato russo. Nel video si dice alla fine che “c’è chi non vuole ascoltare la verità. Ma noi vogliamo ascoltarla”, si precisa, alla evidente ricerca di informazioni utilizzando il canale di informazioni anonime Tor.
Il commento del Cremlino
Le immagini sono state girate secondo tutti i canoni della appartenenza alla Russia: c’è l’inverno, ci sono citazioni dai classici, c’è lo stemma araldico dell’aquila bicipite, ci sono alcuni aspetti della vita dei russi che spesso generano nei cittadini della federazione rabbia o preoccupazione. Una voce fuori campo pone l’annosa questione: “È questo il percorso che ho scelto per me stesso?”. Chiaro è il nesso: per la Cia la guerra in Ucraina ha creato un’opportunità storica scommettendo sui russi insoddisfatti dalla guerra e dalla vita in Russia. Quasi immediato a maggio il commento del Cremlino: “sia la Cia che le altre agenzie di intelligence occidentali non indeboliscono la loro attività nel nostro Paese”.