Una speciale commissione di indagine per accertare i fatti avvenuti nella notte tra il 13 e il 14 febbraio in commissione bilancio all’Ars è stata chiesta dal parlamentare del M5s Giorgio Ciaccio, vittima di un aggressione da parte del collega del Pd Giovanni Panepinto, dopo uno scambio di battute nel corso della seduta notturna della commissione. Ciaccio, aprendo i lavori della seduta nel corso della quale si sarebbe dovuto dare avvio alla discussione della manovra finanziaria, ha fatto ricorso all’articolo 106 del regolamento dell’Ars chiedendo nel merito un indagine che potrebbe portare, come anticipato dal deputato pentastellato, alla richiesta di sospensione di Panepinto dalle sue funzioni. Ciaccio ha parlato di “atto squallido calmierato grazie ai colleghi e agli assistenti e, nel patetico tentativo di giustificare tale comportamento, mi si attribuisce di aver provocato con parole mai proferite dal sottoscritto. E poi non esistono parole cosi gravi al mondo da giustificare la violenza”. Con una nota alla presidenza e ai deputati questori Ciaccio ha chiesto l’istituzione di una commisisone di indagine che ascolti come testimoni tutti i presenti in commissione quella notte. “L’intento è di stabilire cosa si ritiene importante per la salvaguardia il merito e il prestigio di questa istituzione. L’esito segnerà il valore che si da all’indossare la cravatta in parlamento e la violenza fisica. Spero che presidenza accenda faro sulla questione”. Nel corso della seduta il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone tentando di pacificare gli animi tra i due parlamentari: “L’onorevole Panepinto non è un violento, è un sanguigno, lo conosco da anni, ma non giustifico con questa osservazione nessun comportamento. Lei si è sentito legittimamente leso e mi riprometto con entrambi di provare a trovare una soluzione se non dovessero bastare le scuse che il collega le ha porto in Aula”.