Cronaca

Cibo sano tra i rifiuti speciali, il Banco alimentare lo “salva”

L’istituto Zooprofilattico di Torino consegnerà ogni anno circa nove quintali di prodotti commestibili al Banco alimentare. L’accordo, ha spiegato la direttrice dell’Istituto Maria Caramelli, prevede infatti il riutilizzo delle confezioni gemelle dei campioni utilizzati per le analisi che finora dovevano essere trattati come rifiuti speciali con costi non indifferenti. “Destiniamo il cibo alle realtà caritative e riduciamo l’impatto ambientale”, ha detto Caramelli. Ciò è reso possibile dalla legge Gadda del 2016 che favorisce il recupero delle eccedenze alimentari in tutta la filiera. Ogni anno, ha ricordato Salvatore Collarino presidente del Banco Alimentare del Piemonte Onlus, si sprecano in Italia circa 5,6 milioni di tonnellate di cibo, equivalenti a 13 milioni di tonnellate di Co2. Le eccedenze sono generate per il 43% dai consumatori , mentre il 57% riguarda la filiera produttiva. Su quest’ultima quota si può intervenire abbastanza agevolmente, ha sostenuto Collarino, con un tasso di recupero pari al 90% delle eccedenze. Gli alimenti messi a disposizione dall’Istituto Zooprofilattico sono naturalmente quelli non soggetti alle analisi, ma che servono secondo le procedure ad essere sottoposti a nuovi test nel caso le prime analisi abbiano segnalato irregolarità. Si tratta di circa 200 confezioni a fronte dei 50 campioni esaminati quotidianamente. Secondo i dati forniti dall’Istituto il 60% degli alimenti che potrà essere recuperato è composto da prodotti da forno, farine e snack, il 20% riguarda i prodotti refrigerati, mentre c’è anche un 5% di prodotti surgelati. “Il nostro compito – ha detto Collarino – è di recuperare cibo per metterlo a disposizione delle persone più povere. In Italia 4,7 milioni di persone sono sotto la soglia di povertà, noi ne aiutiamo 1,5 milioni di cui 113.200 in Piemonte con 6325 tonnellate di cibo distribuito ogni anno pari a un valore di 19 milioni di euro”.

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redazione