Emmanuel Macron ha promesso “iniziative forti e chiare” contro l’antisemitismo e la classe politica d’oltralpe si è mobilitata oggi per condannare l’atto vandalico che rilancia in Francia i peggiori timori. Nel cimitero ebraico di Quatzenheim, a nordovest di Strasburgo, in Alsazia, 96 tombe sono state ritrovate profanate nel giorno in cui era prevista una mobilitazione di massa contro il ritorno dell’antisemitismo, con una settantina di raduni in tutto il Paese e una grande manifestazione a Parigi a place de la République, alla quale hanno partecipato migliaia di persone.
Parlando all’Assemblea nazionale, il premier Edouard Philippe ha evocato la possibilità di tradurre in legge “entro la fine dell’anno” delle disposizioni che mettano “in causa la responsabilità” dei social network che riportano incitazioni all’odio vietate dalla legge. Philippe e oltre la metà del governo francese hanno aderito alle manifestazioni organizzate in tutto il Paese. I lavori dei deputati sono stati sospesi alle 18.30 per permettere agli eletti di unirsi ai cortei e anche il Senato ha rinviato un dibattito in agenda per il tardo pomeriggio. Questa mobilitazione di massa della classe politica fa seguito all’appello firmato da una cinquantina di partiti, organizzazioni, movimenti, su iniziativa del segretario generale del Partito socialista Olivier Faure.
A fronte di una recrudescenza degli atti di antisemitismo nel 2018 (+74%), Faure ha auspicato che i partiti si facciano promotori della lotta all’antisemitismo, con l’approvazione del rabbino capo Haïm Korsia, che oggi ha accompagnato il presidente Macron al cimitero di Quatzenheim. “Adotteremo delle iniziative, approveremo delle leggi e puniremo” i responsabili, ha detto il capo dello Stato, sottolineando come i responsabili della profanazione “non siano degni della Repubblica”. Macron ha ribadito “la ferma determinazione a lottare contro l’antisemitismo sotto tutte le sue forme e tutti questi volti dell’odio”.
La Procura di Strasburgo ha aperto un’inchiesta sull’accaduto: le 96 tombe profanate (inizialmente si era parlato di un’ottantina) sono state imbrattate con delle svastiche e in un caso con la scritta “Elsassisches Schwartzen Wolfe” (“I lupi neri alsaziani”), un riferimento ad un gruppo autonomista attivo negli anni Settanta. Le Figaro, che ha consultato un esperto di estrema destra alsaziana, fa notare che il gruppo ha contato al massimo una decina di membri, che hanno agito per cinque anni senza essere individuati e poi sono stati arrestasti e processati nel 1982. Le condanne sono state lievi, perché il governo non voleva che si creasse un sentimento di simpatia per i Lupi Neri, considerati “autonomisti duri e puri”. In ogni caso oggi è improbabile che si tratti degli stessi personaggi, che sarebbero di età molto avanzata.
La profanazione arriva solo tre giorni dopo l’aggressione con insulti antisemiti subita dal filosofo francese Alain Finkielkraut durante la manifestazione dei gilet gialli, sabato scorso. E oggi il ministro dell’Immigrazione israeliano, Yoav Gallant, ha invitato gli ebrei francesi a trasferirsi nello Stato ebraico: “condanno con fermezza l’antisemitismo in Francia e chiedo agli ebrei: tornate a casa, emigrate in Israele”, ha scritto Gallant in un messaggio sul suo account di Twitter. La profanazione del cimitero ebraico è un atto “scioccante” commesso da “selvaggi antisemiti”, ha dichiarato da parte sua il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, che ha esortato i dirigenti politici francesi ed europei a “prendere fermamente posizione contro l’antisemitismo”.