Gli piacciono i giochi di terra, anche se tutto intorno a lui parla del mare e di uomini, donne e bambini che cercano di attraversarlo per raggiungere la sua isola. Ma non è un’isola come le altre, è Lampedusa, approdo negli ultimi 20 anni di migliaia di migranti in cerca di libertà. Samuele e i lampedusani sono i testimoni a volte inconsapevoli, a volte muti, a volte partecipi, di una tra le più grandi tragedie umane dei nostri tempi. L’invito a partecipare alla Berlinale è arrivato mentre Rosi stava ancora girando a Lampedusa, dove è stato trasferito il montaggio per garantire il continuo scambio tra realtà e narrazione documentaristica. “È sempre difficile staccarmi dai personaggi e dai luoghi delle riprese, ma questa volta lo è ancora di più. Più che in altri miei progetti, ho sentito però la necessità di restituire al più presto questa esperienza per metterla in dialogo con il presente e le sue domande. Sono particolarmente contento di portare a Berlino, nel centro dell’Europa, il racconto di Lampedusa, dei suoi abitanti e dei suoi migranti, proprio ora che la cronaca impone nuovi ragionamenti.” Il film, prodotto da Donatella Palermo e Gianfranco Rosi, è una produzione 21Uno Film, StemalEntertainment, Istituto Luce-Cinecittà e Rai Cinema ed è una coproduzione italo-francese Les Films D’Ici e Arte France Cinema. Uscirà nelle sale italiane a febbraio distribuito da Istituto Luce-Cinecittà. Regia, fotografia, suono di Gianfranco Rosi; il montaggio di Jacopo Quadri, aiuto-regia di Giuseppe del Volgo. Soggetto di Gianfranco Rosi, da un’idea di Carla Cattani.