Cinema, l’epopea dei cristiani nascosti: dal Giappone a Hollywood

Cinema, l’epopea dei cristiani nascosti: dal Giappone a Hollywood
20 dicembre 2016

Li chiamano kakure kirishitan, cristiani nascosti: in Giappone dal 1600 fino alla metà del 1800, per sfuggire alle persecuzioni hanno vissuto la fede in clandestinità. La loro storia è tornata di attualità grazie a Martin Scorsese. Il regista italo-americano ne ha raccontato la storia, fatta di fede e di sangue, nel film “Silence”, nei cinema nel gennaio del 2017. Masaichi Kaeasaki è uno degli ultimi discendenti dei cristiani nascosti. Quando prega di fronte alla Vergine prega anche per i suoi antenati che nella regione di Nagasaki hanno vissuto la loro fede nell’ombra per secoli. “Mi sono avvicinato a questa religione in modo naturale. Faceva parte del mio quotidiano quando ero piccolo”, racconta. Il Cattolicesimo sbarca in Giappone con i gesuiti nel 1549. Nel 1600 i fedeli sono 200 mila. Ma le conversioni non sono indolori. “I missionari hanno costruito le chiese sui templi preesistenti, distruggendo le statue e le rappresentazioni buddiste”, spiega l’etnologo Shigeo Nakazono.

Lo Shogunato, l’ultimo regime feudale del Giappone durato dal 1603 al 1868, scorge una diretta minaccia nella nuova confessione occidentale. Nel 1614 il Cristianesimo è messo al bando. Cominciano le persecuzioni: i sacerdoti sono massacrati. Per i praticanti la scelta è semplice: rinnegare la fede o morire. “Alcuni hanno scelto di ritornare allo Scintoismo e al Buddismo per conservare di nascosto il Cristianesimo”. Il culto diventa orale, l’unico modo per non lasciare traccia. La fede è trasmessa di secolo in secolo, generazione dopo generazione. “Conservo la fede nell’esile speranza che i miei figli continuino a tenere accesa la fiamma quando sarò morto”, dice Masatsugu Tanimoto. Oggi la comunità è sempre più anziana e ridotta. In Giappone restano poche centinaia di kakure kirishitan, i cristiani nascosti.

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