Cingolani: ecco le nostre proposte per migliorare mercato energia

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Paesi mediterranei contro attuale meccanismo prezzo marginale gas

elettricità

L’Italia, insieme a Francia, Spagna, Grecia e Romania, ha sottoposto al Consiglio Ue dell’Energia, in corso a Bruxelles, una dichiarazione congiunta (un “non paper” nel gergo comunitario) in cui si apre la discussione su possibili cambiamenti alla direttiva comunitaria sul mercato dell’elettricità, e in particolare dell’attuale meccanismo di definizione dei prezzi che è basato sul “prezzo marginale” del gas. Ne ha parlato oggi il ministro italiano della Transizione ecologica Roberto Cingolani, rispondendo ai giornalisti a margine della riunione del Consiglio. Il “non paper” chiede di rivedere questo meccanismo regolatorio (agli articoli 5 e 9 della direttiva), in modo da garantire che l’utente finale paghi un prezzo che rifletta davvero i costi delle diverse fonti usate per produrre l’elettricità che consuma. I paesi del Nord Europa, tuttavia, si oppongono a queste modifiche, sostenendo in sostanza che il meccanismo attuale (che in realtà premia le rinnovabili, perché fa pagare l’elettricità che producono allo stesso prezzo del gas) funziona bene, e che i rincari degli ultimi mesi sono solo temporanei e contingenti e torneranno a calare nel 2022.

Parlando ai giornalisti, Cingolani ha precisato che “nessuno di noi è entrato in questa discussione con i gomiti fuori, abbiamo veramente cercato di mettere sul tavolo degli argomenti. Allora – ha spiegato -, se io determino il prezzo dell’energia elettrica in bolletta a partire dalla quotazione data l’ultimo minuto del giorno prima al vettore più costoso, che in questo caso è il gas, è ovvio che mi viene una bolletta più pesante. Ma questo non è fatto per fare un dispetto; è fatto perché serve ad esempio a consentire investimenti in altre forme di energia, quindi ha una sua razionalità di mercato”. E poi questo meccanismo, ha continuato Cingolani, “è stato fatto in un momento non così di crisi, in cui il gas non costava così tanto. Allora, un’ipotesi è quella di dire: possiamo ridiscutere, rivedere questo metodo? Si potrebbe anche lavorare su un valore medio calcolato sulle diverse fonti, il gas, l’idroelettrico e altro”. “Però – ha aggiunto il ministro – sono spunti di discussione che l’Italia con Francia, Spagna, Grecia, ha messo sul tavolo con questo ‘non paper’ al fine di stimolare la discussione; così come i nostri concittadini continentali tedeschi, austriaci, dei paesi del Nord hanno detto: ‘Ma no, secondo noi possiamo rimanere così perché vedrete che fra pochi mesi il prezzo del gas andrà giù’. Diciamo che è una discussione sana e costruttiva”.

Cingolani ha sottolineato che su questo “i prossimi mesi saranno fondamentali: l’Acer (l’Agenzia Ue per la cooperazione fra i regolatori dell’energia, ndr) consegnerà fra aprile e maggio il suo rapporto finale” sui rincari dei prezzi dell’energia e sull’attuale struttura del mercato dell’elettricità all’ingrosso (l’Agenzia ha presentato proprio oggi al Consiglio Energia una versione preliminare del rapporto). “Quindi – ha rilevato – abbiamo tutto il tempo di chiudere questo quadro, vedendo tra l’altro se effettivamente il gas va giù o no. E’ chiaro che noi speriamo vada giù; però il problema non si risolve se va giù e poi torna su: si deve risolvere strutturalmente, e questi ragionamenti in queste riunioni ministeriali servono a questo. E’ ovvio che sono complicati, siamo 27 Stati con storie energetiche e tecnologiche completamente diverse; noi siamo la seconda manifattura europea, e certi problemi per noi sono più pesanti che per altri”. E poi, ha proseguito il ministro, “ci sono Stati che producono carbone e si fanno l’elettricità col carbone in casa: è ovvio che pagano poco l’energia. Però dovranno fare la transizione, tra un po’”. “Quindi ognuno di noi ha un problema: dobbiamo trovare un compromesso che consenta a tutti – ha concluso Cingolani – di fare la transizione in maniera sostenibile”.