Cinquant’anni fa la morte del “Che”, parla il ranger che lo catturò
Il comandante: “Era finito in Bolivia perché Fidel voleva sbarazzarsi di lui”
Con la sua morte è entrato nella leggenda, come spesso capita alle glorie che riescono a evitare il naufragio della vecchiaia, per dirla con Charles de Gaulle. Ernesto Guevara, più noto come “el Che” per quel suo buffo intercalare tipicamente argentino, rivoluzionario, guerrigliero, scrittore e medico, trovò la morte il 9 ottobre 1967 in Bolivia. A cinquant`anni da quella data Gary Prado, il comandante dell`unità speciale dell`esercito boliviano che lo catturò, allora 28enne, ricorda bene quello che il Che gli confidò nelle sue ultime ore di vita, prima di essere prelevato e giustiziato sommariamente nella scuola del villaggio di La Higuera, su ordine del governo di La Paz, dal sergente Mario Teran. Nella ricostruzione di Prado, non era stato Guevara a decidere di andare in Bolivia ma il leader della rivoluzione cubana, Fidel Castro, desideroso di sbarazzarsi di un amico divenuto troppo ingombrante. La decisione si sarebbe rivelata catastrofica.[irp]
“La Bolivia non è un`isoletta” dichiara Prado. “Prendere il controllo di un paese tanto grande per poi inviare guerriglieri per creare 8, 10 Vietnam in tutta l`America latina? Ma per favoreà Di chi era il progetto? Chi gli ha ordinato questa missione? Era un`idea di Fidel per toglierselo dai piedi? A mio avviso, era chiara l`intenzione di sbarazzarsi di lui”, sottolinea l`ex ufficiale boliviano. Quando i ranger di Prado lo catturarono, il Che era ormai allo stremo. Gli erano rimasti solo 17 guerriglieri, era l`ombra di se stesso, lacero, affamato, ferito a un gamba, senza scarponi e con un`arma a malapena funzionante. Non erano più un pericolo per nessuno, ricorda Prado con voce flebile sulla sedia a rotelle alla quale è costretto da 11 anni a seguito di un incidente. Confessa di avere provato pena e tristezza davanti a quel relitto umano. Ma il suo giudizio demolisce l`immagine del comandante Guevara, uomo indubbiamente coraggioso e indomito ma leader inconsistente. Anche perché della Bolivia non sapeva niente. “Come comandante militare si è rivelato un disastro” dichiara Prado. “Come capo politico non è riuscito ad aggregare consenso. E la sua visione strategica era ancora peggio”.[irp]