Sono passati cinque anni dalla morte di Steve Jobs, il 5 ottobre del 2011. Il guru della Apple è scomparso a soli 56 anni dopo una lunga lotta contro il cancro, ma la sua eredità, e le sue geniali creazioni continuano a rivoluzionare la nostra quotidianità. Da quel primo Macintosh, all’iPod, passando per i Mac Book, gli iPhone, gli iPad, per non parlare di iTunes e di come è cambiato il modo di ascoltare ed acquistare musica, e l’Apple Watch. Dispositivi sempre più piccoli, leggeri, sottili, ma allo stesso tempo più potenti e con funzioni inimmaginabili fino a qualche anno fa. Ha lasciato una grande eredità, è stato fonte d’ispirazione per libri e film come “Steve Jobs” del 2015 e “Jobs” del 2013. E sebbene Apple sia la più grande società al mondo per valore di mercato, con un utile netto di 53 miliardi di dollari, sono in molti a pensare che senza il suo fondatore si sia persa la spinta creativa, che manchi il suo genio, la sua capacità di intuire e precorrere i tempi, e il suo successore Tim Cook abbia mantenuto in regola i conti ma sia incapace di seguire le sue orme. Ci si preoccupa molto della privacy degli utenti, ci sono questioni legali da risolvere, e se è vero che è appena arrivato l’iPhone 7, i competitors sono in agguato e bisogna stare al passo. E’ per questo che nel quinto anniversario della scomparsa sui social network impazza il suo monito: “Siate affamati, siate folli”. Un messaggio a chi dovrebbe continuare il suo lavoro. (immagini AFP)