Pochi lo ricordano ma a Nicosia, la città più popolosa di Cipro e centro economico dell’isola, corre l’ultimo Muro d’Europa. Dopo l’invasione turca del 1974 è l’unica capitale divisa al mondo, come Berlino dal 1945 al 1990, con la parte sud greco-cipriota e la parte nord turco-cipriota divise da un’altra, famigerata, Green Line. L’enclave a nord, sotto occupazione militare turca e gestita dall’auto-proclamata Repubblica turca di Cipro nord, si appresta a votare il prossimo 19 aprile per eleggere il nuovo presidente di un territorio che, per la comunità internazionale, in realtà non esiste.I manifesti della campagna elettorale tappezzano i muri della zona nord di Nicosia e si attende una massiccia partecipazione al voto. Ma la difficile situazione resta al centro dell’attenzione. “Il problema della divisione di Cipro deve essere assolutamente risolto, sottolinea una cittadina turca. Tutti a Cipro ne soffrono”. 40 anni di conflitti e tensioni non sono riusciti a risolvere la questione. Cipro resta divisa in due dopo l’invasione del nord da parte della Turchia, risposta a un colpo di Stato fomentato da Atene che intendeva riunire alla Grecia l’isola, ellenica per cultura e tradizioni ma geograficamente a mollo davanti alle coste turche. La Repubblica del nord, riconosciuta solo dalla Turchia, resta uno degli Stati più isolati del mondo. L’economia sopravvive solo grazie alla trasfusioni di Ankara anche a causa di un embargo su quasi tutti i suoi prodotti principali. Una soluzione di compromesso s’impone. Ma al momento i tempi non sembrano ancora maturi.(Immagini Afp)