“La decisione del Consiglio regionale della Sicilia di bloccare i processi autorizzativi per la ricerca di idrocarburi, rischia di mettere in discussione l’accordo per la riconversione verde del sito industriale di Gela”. E’ quanto sottolineano in una nota congiunta il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan ed il segretario generale della Femca Cisl, Sergio Gigli. “Siamo molto preoccupati per le ripercussioni negative che la decisione incomprensibile del Consiglio regionale siciliano può avere per il futuro produttivo dell’Eni nell’isola. E’ in ballo un investimento di oltre 2 miliardi di euro e il mantenimento dei livelli occupazionali in un settore industriale strategico per la Sicilia e per tutto il Mezzogiorno. Speriamo che la politica sappia assumersi le proprie responsabilità come ha fatto il sindacato per favorire l’investimento in un momento così difficile per tutto il paese”, dicono.
Anche la Uiltec scenda in campo. “Le strumentalizzazioni politiche mettono a rischio lo sviluppo, il mantenimento e la permanenza dell’industria e del lavoro di uno dei settori piu’ strategici della Sicilia”, afferma il segretario generale Uiltec, Paolo Pirani. “E’ impensabile che bocciature strumentali – aggiunge – mettano in serio pericolo lo sviluppo dell’intero territorio, rischino di far saltare un investimento di oltre 2,2 miliardi di euro a favore della desertificazione industriale e della disoccupazione”. Per il sindacalista, quindi, “occorre superare l’atteggiamento ostile verso lo sfruttamento delle nostre risorse e le difficolta’ legate alle autorizzazione di ricerca di idrocarburi a favore dello sviluppo e dell’industria e procedere immediatamente all’attuazione dell’accordo trovato con Eni con grandi difficolta’; un accordo che garantisce il mantenimento dei livelli occupazionali diretti e dell’indotto, oltre all’impegno di costruire un nuovo ciclo di raffinazione verde e unico caso in Italia in tempi di crisi”.