Cisl, dopo scandalo Riscossione si viri su Equitalia

“Oggi Riscossione Sicilia non è più strumento idoneo e utile alla riscossione dei tributi in Sicilia non essendo redimibile dai mali che l’affliggono”. Rappresenta, semmai, “un vero e proprio scandalo”. E’ un passaggio del documento firmato dai vertici regionali e aziendali Cisl e First, Mimmo Milazzo, Anna Cutrera e Pietro Di Quarto. Una denuncia con lo sguardo rivolto a Equitalia, che di Riscossione Sicilia al momento detiene un simbolico 0,115% mentre alla Regione fa capo il 99,885%. “Noi siamo convinti – dicono -che si possano conseguire le necessarie economicità tali da ridurre, significativamente, le perdite annuali, solo accentrando presso Equitalia i servizi condivisi (piattaforma informatica, acquisti di beni e servizi, paghe) e adottando il medesimo modello organizzativo e lo stesso piano produttivo dell’agente di riscossione nazionale, assicurando cosi’ ai contribuenti siciliani i medesimi servizi erogati in tutto il Paese”. Insomma, per Cisl e First Riscossione Sicilia finora è stata considerata “bandiera dell’Autonomia siciliana solo a parole mentre nella realtà abbiamo registrato confusione, scollamento e grossolana approssimazione”. La scelta tra nuova società regionale con partecipazione qualificata di Equitalia o cessione della riscossione siciliana ad Equitalia, spetta al Governo regionale, rileva il sindacato. Ricordando tuttavia che “il Parlamento siciliano, approvando l’ultima legge finanziaria, si e’ dato un termine di 90 giorni entro i quali approvare una possibile riforma”. “Auspichiamo che ciò avvenga”, insistono Cisl e First, rimarcando che il sindacato resterà vigile, a tutela dei diritti dei 698 lavoratori e della qualità del servizio. E proprio per questo, rivendicando una riforma che disinneschi un epilogo della vicenda che, tra qualche mese, potrebbe essere traumatico per tutti, su tutti i fronti.