Si è chiuso alle 12 di oggi il termine per la presentazione delle liste per l’elezione del nuovo Consiglio Metropolitano di Roma Capitale, presieduto dalla sindaca di Roma Virginia Raggi, che si terrà domenica 9 ottobre dalle 8 alle 23, presso Palazzo Valentini in Roma. All’appuntamento si confronteranno, dunque, la lista del M5S, “Le Città della Metropoli”, lista promossa dal Centrosinistra dopo la spinta unitaria impressa dal presidente della regione Nicola Zingaretti, “Territorio Protagonista”, la lista unica di centrodestra promossa da Fratelli d’Italia, Forza Italia,Noi con Salvini, Conservatori e Riformisti, Roma Popolare, Cuori italiani, Lista Marchini, Udc, Nuovo Centrodestra e liste civiche indipendenti e il “Patto Civico Metropolitano”, lista civica che sarebbe stata presentata, però, grazie alle firme di molti consiglieri e sindaci del M5S. Entro il 21 settembre le liste dovranno essere confermate dalla commissione elettorale e pubblicate entro il 1 ottobre sul sito www.cittametropolitanaroma.gov.it. I primi calcoli spannometrici sul possibile esito di questa elezione, che coinvolgerà i sindaci o i delegati dei 121 Comuni della ex Provincia di Roma, potrebbero vedere la sindaca di Roma Virginia Raggi non in maggioranza nel prossimo Consiglio metropolitano, che sarà formato da 24 consiglieri eletti e votati tra gli oltre 1.600 Sindaci e consiglieri comunali della Provincia.
La metodologia di voto per la Città metropolitana è un proporzionale ponderato in base al numero di abitanti rappresentato da ciascuno degli oltre 1600 sindaci e consiglieri comunali eletti nella ex provincia. Succede così che, fatta 100 la base di calcolo, i voti più “pesanti” sono quelli dei consiglieri comunali della Capitale che valgono 9,18 punti e quelli dei loro colleghi dei comuni più piccoli arrivano a valere fino a punti di decimali e che la somma di tutti questi punti si traduce in poltrone con una formula proporzionale che premia, così, le grandi aggregazioni. E’ per questo che diversi candidati delle tre liste principali convergono sulla possibilità che si arrivi a un M5S rappresentato da 8 o 9 consiglieri metropolitani più la sindaca, 8 o 9 consiglieri in forza al Centrosinistra e 6 o 7 al Centrodestra, rendendo così la governabilità dell’Ente assai difficile per la sindaca Raggi senza ulteriori alleanze che si rifletterebbero di necessità sul governo della capitale. L’autonomia della sindaca sarebbe, così, affidata al successo del Patto civico, che sarebbe stato creato, secondo quanto criticato anche pubblicamente da Fdi, per assicurare surrettiziamente al M5S quel consigliere o 2 che servirebbero a Raggi per guidare senza troppi scossoni i 4.200.000 cittadini di Roma e Provincia e gli oltre 1500 dipendenti dell’Ente.
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