Nelle prime ore di questa mattina a Bari, Altamura (Ba), Foggia, Cerignola (Fg), Matera (Mt), Lecce (LE) e Roma, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, supportati dai reparti speciali “Cacciatori di Puglia”, Nucleo Cinofili e 6 Elinucleo CC di Bari, stanno eseguendo una massiccia operazione con oltre 50 arresti di capi ed affiliati del clan “D’Abramo-Sforza” di Altamura (Ba), ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso armata, detenzione e porto di armi, anche da guerra, traffico di sostanze stupefacenti, omicidio, tentato omicidio, estorsione, turbativa d’asta. Le misure restrittive sono state emesse dal gip di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a seguito di attivita’ d’indagine condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Bari.
In particolare, i militari hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare a carico di 58 persone, delle quali 49 in carcere, 5 agli arresti domiciliari e 4 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria Eseguito anche il sequestro di quattro immobili, un esercizio commerciale del valore complessivo di oltre due milioni di euro, nonche’ due autovetture di grossa cilindrata. Nel corso dell’indagine, i Carabinieri avevano gia’ recuperato un considerevole quantitativo di droga pari a circa 5 kg di cocaina, 9 kg di marijuana e 16 kg di hashish. L’operazione e’ il frutto di un’indagine avviata nel 2017 dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari, sviluppata quasi esclusivamente mediante servizi di osservazione e pedinamento effettuati sul territorio, accompagnati da attivita’ tecniche d’intercettazione telefonica ed ambientale, ha portato inoltre all’identificazione dei mandanti e degli esecutori materiali dell’omicidio e della soppressione del cadavere di Angelo Popolizio, scomparso ad Altamura il 7 agsto 2014), di due tentativi di omicidio.
Nell’ambito dell’inchiesta e’ emerso, altresi’, come un imprenditore edile altamurano, responsabile della ditta incaricata dell’esecuzione dei lavori di costruzione del ‘centro di ristorazione sociale per persone disagiate’ in Gioia del Colle (Ba) – danneggiato, nell’anno 2016, da un incendio doloso occorso a pochi giorni dalla sua inaugurazione – e successivamente impegnato con la sua impresa nella realizzazione di alloggi di edilizia popolare in Grumo Appula (Ba), fosse rimasto vittima – in entrambi i casi – di estorsioni (non denunciate) da parte della criminalita’ locale e costretto ad assumere personale per ottenere ‘protezione’. Inoltre, l’imprenditore si e’ reso responsabile della corruzione di un funzionario amministrativo in servizio alla Regione Puglia, per accelerare l’emissione dei mandati di pagamento.