La Commissione europea ha approvato le nuove linee guida in materia di aiuti di Stato a favore del clima, dell’ambiente e dell’energia. L’obiettivo è aiutare gli Stati membri a fornire il sostegno necessario agli attori economici per conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo in modo mirato ed efficace sotto il profilo dei costi, allargando le maglie dei finanziamenti pubblici consentiti dalla normativa Ue sugli aiuti di Stato. La nuova disciplina fissa le condizioni alle quali gli aiuti di Stato concessi dagli Stati membri a favore del clima, della tutela dell’ambiente e dell’energia possono essere considerati compatibili con il mercato unico, e le condizioni alle quali la Commissione applicherà i criteri per la valutazione del sostegno degli Stati membri in questi settori.
La linee guida saranno adottate formalmente ed entreranno in vigore a partire dal gennaio 2022, ma gli Stati membri avranno tempo fino al 2024 per allineare alle nuove norme i loro regimi di sostegno esistenti. Le nuove norme sugli aiuti di Stato permetteranno ai paesi membri di sostenere progetti per la tutela dell’ambiente, la protezione del clima e la produzione di energia verde; comprendono sezioni volte a sostenere la decarbonizzazione dell’economia, dell’industria e dei trasporti con un approccio aperto a tutte le tecnologie che possono contribuire al Green Deal europeo, in particolare le rinnovabili, misure di efficienza energetica (comprese le prestazioni energetiche degli edifici), aiuti per la mobilità pulita e per le infrastrutture, l’economia circolare e l’efficienza nell’uso delle risorse, misure per la riduzione dell’inquinamento (anche di quello acustico), la protezione e il ripristino della biodiversità e la riparazione dei danni all’ambiente, nonché misure volte a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico.
Le linee guida estendono per la prima volta alla chiusura di impianti alimentati a carbone e altre fonti fossili (torba e scisti bituminoso) la categoria di investimenti pubblici consentiti dalle norme rigorose dell’Ue sugli aiuti di Stato. Introducono, inoltre, modifiche alle attuali norme sugli sgravi dei prelievi fiscali sull’elettricità per gli utenti a forte consumo di energia. L’obiettivo è limitare il rischio che, a causa di questi prelievi, le attività nei settori ad alta intensità energetica vengano delocalizzate in luoghi in cui le discipline ambientali sono assenti o meno ambiziose rispetto all’Ue (“carbon leakage”). Per tenere conto dei maggiori sforzi necessari per conseguire gli obiettivi climatici dell’Ue, rispetto alle attività che si svolgono in paesi terzi meno ambiziosi dal punto di vista climatico, le nuove linee guida includono sgravi fiscali per tutti i prelievi che finanziano la decarbonizzazione. “È improbabile – si legge nella nota della Commissione che presenta le linee guida – che le misure che comportano nuovi investimenti nel settore del gas naturale siano approvate, a meno che si dimostri che tali investimenti siano compatibili con gli obiettivi climatici dell’Unione per il 2030 e il 2050, agevolando la transizione da combustibili più inquinanti senza dipendere da tecnologie che potrebbero ostacolare un più ampio sviluppo di soluzioni maggiormente ecologiche”.
La vicepresidente esecutiva della Commissione responsabile per la Concorrenza, Margrethe Vestager, presentando la decisione oggi in conferenza stampa, ha comunque riferito che saranno ammessi, temporaneamente, aiuti pubblici ad attività e infrastrutture relative al gas naturale. Perché il gas, ha osservato Vestager, “è un caso speciale: per ora funziona come un ponte nel nostro percorso verso l’aumento delle rinnovabili”. “Ma un ponte non è una destinazione, e le decisioni sugli aiuti di Stato rifletteranno questa logica: il nostro obiettivo è e resterà l’eliminazione progressiva della nostra dipendenza dalle fonti fossili; che – ha puntualizzato – includono anche il gas”. In questo settore, ha spiegato la vicepresidente della Commissione rispondendo ai giornalisti, “abbiamo una clausola speciale per consentire agli Stati con il Pil più basso di passare dal carbone al gas, perché hanno bisogno di una mano per poterlo fare. Possiamo approvare progetti legati al gas se sono ‘a prova di futuro’ per quanto riguarda la neutralità climatica; se sono combinati, per esempio, con impianti di cattura e stoccaggio del carbonio, o se le infrastrutture che si vogliono costruire sono anche adatte all’idrogeno”.
Le linee guida prevedono di ammettere, in particolare, gli aiuti pubblici alla costruzione di condotte per il trasporto dell’idrogeno, o per l’adattamento all’idrogeno (che ha densità diversa rispetto al gas naturale) dei gasdotti esistenti. La clausola riguardante gli aiuti di Stato accettabili per i progetti connessi al gas nei paesi con il Pil più basso e più dipendenti dalle fonti fossili (in particolare i paesi dell’Est e la Grecia) dovrebbe avere comunque una durata limitata, fino al primo dicembre 2023. “E’ una deroga speciale molto breve dalla nostra linea, e deve funzionare da forte incentivo a uscire dal carbone il più presto possibile”, ha precisato Vestager. Riguardo al nucleare, infine, la vicepresidente della Commissione ha spiegato che gli aiuti di Stato in quest’area verranno valutati secondo quanto prevedono i Trattati Ue ed Euratom, e non in base alle nuove linee guida. Tuttavia, ha aggiunto, “indirettamente il nucleare può svolgere un ruolo: quando l’idrogeno è prodotto da elettricità di fonte nucleare, rientra nelle linee guida. Ma il nucleare – ha concluso – non vi rientra direttamente”, come produzione di energia.