Clima, l’uomo responsabile delle ondate di caldo record in Europa

5 agosto 2019

Le ondate di calore che hanno colpito l’Europa occidentale nei mesi di giugno e luglio sono state significativamente rese più intense dal cambiamento climatico indotto dall’azione dell’uomo. E’ questa la principale conclusione cui è giunto uno studio della World Weather Attribution – una iniziativa internazionale dedicata allo studio del clima che vanta tra i propri partner le università di Oxford e Princeton, così come la Società Reale di meteorologia dei Paesi Bassi e il Centro nazionale per gli studi atmosferici degli Stati Uniti – che ha preso in considerazione gli eventi climatici eccezionali verificatisi, per esempio, a Parigi, in Gran Bretagna, in Belgio e in Olanda.

Se a giugno 2019 si erano già visti infrangere dei record, nel mese successivo si sono registrati ulteriori picchi di caldo e, secondo lo studio, il ruolo del cambiamento climatico derivante dall’attività antropica è stato determinante. In particolare, prendendo in considerazione le ondate di calore in Francia e Olanda nel quadro della situazione climatica attuale, si stima che eventi di questa portata possano riproporsi in un arco di tempo che va da 50 a 150 anni (e già questo dato sembra rendere chiara la loro eccezionalità), ma, aggiungono gli scienziati del WWA, in un clima non modificato dall’uomo il tempo di ritorno sarebbe invece di 1000 anni circa: quindi il fattore di insorgenza fa segnare un aumento di circa 10 volte.

Inoltre, in condizioni di clima non modificato, anche l’intensità delle ondate di calore sarebbe stata significativamente più bassa (tra 1,5 e 3 gradi centigradi in meno). Lo studio mette in evidenza anche che tutte le recenti ondate di calore che hanno colpito l’Europa dal 2003 a oggi sono state rese più pesanti dall’intervento dell’uomo che ha modificato il clima. E se si guarda al futuro, poi, il quadro tracciato dalla World Weather Attribution si fa ancora più preoccupante: nel 2040 ondate di calore di questo tipo diventeranno, stante la situazione attuale, quattro volte più probabili, con la possibilità di un ulteriore aumento delle temperature di oltre un grado.

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