La Statua della Libertà, la foresta dei gorilla, Stonehenge e Venezia. Sono decine i siti classificati “Patrimonio mondiale dell’Umanità” che i cambiamenti climatici mettono a rischio. Le Nazioni unite ne hanno elencati 31 in 29 Paesi, minacciati alcuni dall’innalzamento del livello del mare, dalla siccità o da altre conseguenze dell’aumento delle temperature. “I cambiamenti climatici stanno diventando rapidamente uno dei rischi piu significativi per i siti ‘World Heritage'”, si legge in un documento redatto dall’Ucs, Union of Concerned Scientists, un think-tank americano, e da due agenzie Onu, l’Unesco (UN Educational, Scientific and Cultural Organization) e l’Unep (UN Environment Programme). “Ogni sito menzionato nel rapporto sta già subendo alcuni impatti dei cambiamenti climatici”, secondo l’autore, Adam Markham, dell’Ucs. “Come sottolineano i dati della ricerca, il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi è vitale per proteggere il patrimonio mondiale per questa e per le future generazioni”, ha aggiunto Mechtild Rossler, direttore dell’Agenzia Onu, World Heritage Center. La Statua della Libertà, ad esempio, è minacciata dall’innalzamento degli oceani e da tempeste sempre più violente, il Parco nazionale Bwindi in Uganda dalle alte temperature e dalla siccità, il sito preistorico di Stonehenge in Inghilterra da tempeste e alluvioni. Cattivi presagi anche per il sito archeologico di Skara Brae in Scozia, per l’Isola di Pasqua, per il parco nazionale dello Yellowstone, per le barriere coralline in Nuova Caledonia e a Palau. E poi Venezia: “Venezia sarà sommersa dal livello crescente delle acque”, conferma Markham.