L’oracolo di East Lansing ha parlato: la democratica Hillary Clinton ha grandissime possibilità di diventare il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti. Nate Silver (foto), il fondatore del sito Five Thirty Eight, l’uomo capace di prevedere praticamente senza errori i risultati delle presidenziali statunitensi del 2008 e del 2012 con i suoi modelli statistici (con 50 Stati e il District of Columbia, sbagliò soltanto sull’Indiana, dove vinse Barack Obama, nel 2008), ha pubblicato la prima previsione sulle prossime elezioni. Una previsione che non sembra lasciare spazio all’incertezza, in nessuno dei tre modelli elaborati: secondo la previsione basata solo sui sondaggi, Clinton ha l’80,3% di possibilità di vittoria, contro il 19,7% per il rivale repubblicano, Donald Trump. Il secondo modello prende in considerazione sondaggi, fattori economici e storici: in questo caso, le possibilità dell’ex segretario di Stato diminuiscono, ma solo al 73,5%, contro il 26,5% per Trump; un margine, quindi, ancora ampiamente rassicurante. Il terzo modello prende in considerazione il risultato che si otterrebbe votando oggi, non l’8 novembre: Clinton, in questo caso, avrebbe l’85,5% di possibilità di vittoria.
Analizziamo in particolare la previsione ‘polls-plus’, quella che prende in considerazione anche fattori economici e storici, che dà il 73,5% di possibilità di successo a Clinton. In questo caso, Five Thirty Eight prevede che la candidata democratica ottenga il 48,8% del voto popolare, contro il 44,4% a favore di Trump. Tradotto in voti elettorali (il capo di Stato è scelto da 538 grandi elettori; ogni Stato vota per eleggere un certo numero di grandi elettori, tutti assegnati al vincitore del voto popolare) Clinton ne conquisterebbe 318,7, quando ne servirebbero solo 270 per essere eletta. Secondo il modello di Silver, che simula le elezioni 20.000 volte, ci sono in particolare dodici Stati in cui la situazione è abbastanza equilibrata e che saranno, quindi, quelli decisivi per la vittoria: si tratta – dal più equilibrato al meno equilibrato – di North Carolina, Ohio, Arizona, Colorado, Florida, Iowa, Missouri, New Hampshire, Virginia, Georgia, Pennsylvania e Nevada; di questi, otto sono assegnati da Silver a Clinton, quattro a Trump. Silver ha poi spiegato, in un articolo a parte, le previsioni.
“Nonostante (o proprio per) la natura insolita della sua candidatura (di Trump, ndr), il convenzionale buon senso” fa credere che Trump sia “sostanzialmente sfavorito”. Secondo Silver, “la risposta breve” sulle possibilità di vittoria di Trump è che assegnargli “tra il 20 e il 25 per cento” sia “una stima abbastanza ragionevole”, in base ai sondaggi e altre “prove empiriche”. Secondo le previsioni di Silver, Trump ha meno possibilità, oggi, dei due precedenti candidati repubblicani, John McCain e Mitt Romney, a questo punto della campagna elettorale; entrambi furono poi sconfitti da Barack Obama. Per trovare conforto, Trump deve tornare al 1988, quando George H.W. Bush ribaltò uno svantaggio simile contro Michael Dukakis. A chi esulta già per Clinton, Silver lancia un avvertimento: “Un 20-25% di possibilità di vittoria è estremamente distante dal 2%, o dallo 0,02 per cento. È una possibilità concreta, più o meno la stessa di una squadra che perde di un punto, fuori casa, all’inizio dell’ottavo inning di una partita di baseball (l’altra grande passione di Silver, ndr)”. I sondaggi, però, dicono che Clinton è una “chiara favorita”.