Clochard trovato morto per strada a Palermo, il terzo in 3 mesi
L’uomo, 45enne, era conosciuto dai volontari delle associazioni di assistenza
Un clochard di circa 45 anni è stato trovato morto a Palermo il primo gennaio 2018. A scoprire l’uomo, che condivideva la strada con suo fratello, sotto i portici di via Crispi, nella zona del porto, è stato il deputato regionale dell’Udc Vincenzo Figuccia, che insieme alla sorella Sabrina (consigliere comunale) stava portando del cibo ai due clochard. Sul posto sono arrivati i sanitari del 118, che però non sono riusciti a rianimare il senzatetto. Il clochard morto a Palermo, il terzo i tre mesi, era probabilmente tunisino. “L’ennesima tragedia causata dalla colpevole politica inumana che discrimina i cittadini, gli esseri umani sulla base del loro paese di nascita”. Commenta cosi’ il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, la morte di un cittadino extracomunitario, probabilmente tunisino, apparentemente colto da infarto. L’uomo era conosciuto dai volontari delle associazioni che in collaborazione con il Comune forniscono assistenza e pasti caldi ai senza dimora, ma poiche’ probabilmente privo di permesso di soggiorno non aveva mai accettato l’assistenza dei servizi sociali comunali. Per Orlando, si tratta dell’ennesima vittima “del sistema del permesso di soggiorno, che spinge nell’ombra centinaia di persone costrette a rinunciare o a rifiutare assistenza e servizi per paura dell’espulsione”.[irp]
L’assessore Giuseppe Mattina – che si e’ recato sul posto in attesa degli operatori dei servizi funebri – ricorda che “in questo periodo sono stati potenziati i servizi su strada e dei dormitori, cosi’ come e’ stato attivato con la Polizia Municipale il numero 091/6733432 cui e’ possibile segnalare situazioni di necessita’ per i senza dimora. Altri interventi sono previsti nei prossimi giorni per fronteggiare le necessita’ di questi cittadini, ma e’ ovvio che qualsiasi servizio ed intervento deve essere voluto ed accettato dai diretti interessati, che, come sembra essere avvenuto in questo caso, se irregolari temono e rifuggono il contatto con le istituzioni”. “E’ necessario affrontare e risolvere a monte la situazione – ribadisce Orlando – evitando che chiunque possa essere o sentirsi irregolare o clandestino a causa della propria nazionalita’ o della propria storia personale”.[irp]